Periferie di Torino nel degrado, tra insicurezza e fragilità

Dopo le continue violenze nel capoluogo piemontese, si infiamma lo scontro tra l’assessore regionale Marrone e il sindaco di Torino Lo Russo sull’applicazione del daspo urbano

Loris Puccio Conti 13/01/2025
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Nel degrado delle periferie Lo Russo intravede la fragilità, mentre Marrone l'insicurezza. Il diverbio divampato lo scorso giovedì tra il sindaco della Città di Torino e l'assessore regionale alle Politiche sociali non è stato solo un botta e risposta, ma una contrapposizione più ampia, tra la tutela a oltranza della società multiculturale e l'appello a misure correttive.

Come spesso accade, però, il fiume delle parole si infrange nella concretezza. Così, nella stessa serata di giovedì, il degrado delle periferie ha preso le sembianze di un corteo partito da Porta Palazzo fino ad arrivare nel centro cittadino all'urlo di «vendetta per Ramy». Complessivamente, sono stati nove gli agenti feriti nel corso della guerriglia urbana alimentata da immigrati di seconda generazione e Centri sociali.

Come abbiamo raccontato, lo scorso sei gennaio è stato Maurizio Marrone a rilanciare l'eterno dibattito sulla sicurezza evidenziando la necessità di applicare il daspo urbano anche per contrastare il degrado delle periferie torinesi. La misura è parte del ‘Ddl sicurezza’ e consente, in particolare, di individuare 'zone rosse' dove vietare l'ingresso di soggetti 'pericolosi' o con precedenti penali. In caso di inosservanza, sono previsti fino a due anni di carcere.

Giovedì scorso, l'inaugurazione del nuovo housing sociale degli asili notturni Umberto Primo, di cui abbiamo scritto sul nostro quotidiano, è stata poi l'occasione di un confronto tra il sindaco Lo Russo e lo stesso Marrone.

«Stiamo lavorando – le parole del primo cittadino torinese – con il prefetto a un programma organico per cercare di dare risposte ai temi della sicurezza e del contrasto all'illegalità. La dimensione del daspo urbano non fa riferimento all'illegalità, ma a fenomeni di fragilità e questo è un differenziale molto rilevante. A noi interessa combattere l'illegalità e la povertà e le difficoltà non sono un reato. Credo che questa sia una profonda differenza tra l'impostazione che abbiamo noi e il daspo urbano proposto dalla Destra, che prevede di togliere le persone fragili dalle strade, perché danno fastidio alla visuale».

Lo Russo insiste quindi sulla presunta netta distinzione tra fragilità e illegalità, tra i buoni sentimenti della Sinistra e la durezza miope della Destra.

«I problemi di fragilità – prosegue – vanno risolti con interventi sociali e alla loro radice, è più faticoso, talvolta più scomodo, ma noi non siamo per nascondere la polvere sotto il tappeto o spostare un problema da un punto all'altro. Discorso diverso riguarda i fenomeni di illegalità, spaccio e disturbo della quiete pubblica legata a persone che delinquono».

Non è mancata la chiosa finale relativamente alle promesse e ai piani di intervento futuri.

«Stiamo facendo un lavoro molto più serio con il prefetto, le forze dell'ordine e il questore, che credo nelle prossime settimane porterà a tracciare un provvedimento che testeremo nelle vie della città per garantire sicurezza. Il piano del daspo proposto dalla destra che prevede di togliere le persone fragili dalle strade – conclude il primo cittadino – non è la nostra chiave di lettura: quelle persone vanno aiutate».

Immediata la replica di Maurizio Marrone: «Noi aiutiamo le persone fragili e povere con un sostegno sociale quando sono oneste. Gli spacciatori non sono poveri: sono più ricchi anche di noi e sono una piaga di quei quartieri dove i fragili sono costretti a subire l'insicurezza. Noi distinguiamo i cittadini fragili onesti da quelle che sono mafie, perché lo spaccio è un fenomeno di malavita organizzata e va combattuto con tutti gli strumenti che l'ordinamento giuridico offre».

E il daspo urbano può rivelarsi un nuovo strumento particolarmente utile. «Il suo collega di Milano Beppe Sala – ha poi dichiarato, in tal senso, l'assessore regionale rivolgendosi a Lo Russo – l’ha adottato dal 2017. Noi abbiamo presentato a Torino lo stesso testo di Milano, votato dal Pd di Milano, e non si capisce come mai a Torino venga invece giudicato inefficace, quando con questo strumento si potrebbe allontanare la manovalanza dello spaccio o arrestarla senza aspettare le lungaggini del processo penale».

Poche ore dopo un corteo composto da immigrati di seconda generazione e Centro sociali è partito da Porta Palazzo fino a portare la guerriglia nel centro cittadino, assediando in particolare i commissariati di polizia di Porta Palatina e Dora Vanchiglia e la caserma dell'Arma di piazza Carlina.

Il grave episodio dimostra l'urgenza della 'sicurezza', di un problema a lungo liquidato come 'falsa percezione' e adesso ammantato di 'fragilità' e altre buone parole. Ma dimostra anche la necessità di fornire nuovi strumenti alle Forze dell'ordine, l'ultima postazione di difesa della società. E se in futuro il degrado montante dalle periferie prendesse d'assedio le sedi istituzionali della giustizia e della democrazia?

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