No Pfas nelle acque piemontesi, presidio Greenpeace a Torino

Al centro anche le preoccupazioni per l'Alessandrino e il Vercellese

Carlo Santori 09/02/2025
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Un presidio informativo sulla presenza di Pfas nelle acque potabili del Piemonte è stato allestito oggi nel centro storico di Torino.

All'iniziativa, promossa da Greenpeace, hanno preso parte, fra gli altri, comitati della rete 'zero Pfas' dalla Valle di Susa e da Vercelli. Gli attivisti hanno distribuito volantini e si sono intrattenuti con i passanti che hanno manifestato le loro curiosità. In base ai dati diffusi da Greenpeace nella classifica dei Comuni piemontesi dove sono stati registrati i valori massimi di Pfas e Pfoa al primo posto figura Tortona in provincia di Alessandria.

Torino è quarta dietro Bussoleno e Verbania. La Valle di Susa è presente nella top ten con tre località (oltre a Bussoleno vi sono Sant'Ambrogio di Susa e Bardonecchia). "Noi - ha detto Silvio Tonda, del comitato 'L'Acqua Si-cura' della Valle di Susa - vorremmo comprenderne le ragioni: nelle acque di una valle alpina non dovrebbero esserci sostanze tipicamente prodotte da attività industriali. Potrebbe essere l'effetto di uno smaltimento illegale di rifiuti, o di qualche grande opera in corso di realizzazione. Non lo sappiamo.

Ci siamo interfacciati con le Unioni montane della alta e della bassa valle e abbiamo chiesto un tavolo di confronto fra enti, Arpa, Asl e Smat (la società che si occupa del servizio idrico - ndr). Ci aspettavamo qualche intervento e invece qualcuno ci ha detto che non dovevamo allarmare la popolazione". "Il punto - ha spiegato Giuseppe Ungherese, responsabile nazionale di Greenpeace della campagna - è che queste sostanze non devono entrare nelle acque. La scienza dice che sono pericolose anche in quantità più basse rispetto al limite stabilito da una legge che in Italia dovrebbe entrare in vigore nel gennaio del 2026. Noi chiediamo che chi deve garantire la sicurezza della popolazione si faccia carico del problema senza cercare di sminuirne la portata: non possiamo scherzare su un argomento del genere". Al presidio si sono presentati tre consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, che in seguito hanno denunciato "l'immobilismo della giunta Cirio" rispetto al problema. 

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