L’intelligenza artificiale nel lavoro: alleata, non sostituta

È il titolo di una tavola rotonda organizzata a Torino dalla Fondazione Sordella e con il contributo della Regione Piemonte

Alessandro Marini 30/12/2025
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Da sinistra Camilla Conti, Stefano Bisi, Dario Martinelli e Cesare Varallo
Nell’edizione di domenica 7 dicembre abbiamo dedicato due pagine all’iniziativa «Intelligenza Artificiale: disegniamo il Futuro, Insieme. Un dialogo tra innovazione, lavoro ed etica a Torino». Tuttavia, vista l’importanza di un argomento così attuale, abbiamo deciso di sviluppare singolarmente le tre parti in cui era suddiviso l’incontro. L’evento è stato organizzato dalla Fondazione Sordella, con il contributo della Regione Piemonte, in collaborazione con le testate giornalistiche Il Giornale del Piemonte e della Liguria, Il Giornale del Piemonte e della Liguria web, La Bisalta, La Piazza Grande, Il Nuovo Braiedese, Espansione, BancaFinanza, Giornale delle Assicurazioni ed Edicola Digitale.
Il primo dibattito dei tre si intitolava «L’IA nel lavoro: alleata, non sostituta» che è stato moderato dal direttore editoriale di Espansione Stefano Bisi e dalla giornalista economica del quotidiano Il Giornale e del settimanale La Moneta Camilla Conti che nel suo intervento per introdurre la tavola, ha ricordato le parole di Mario Draghi sull’argomento: «L’Ue è rimasta indietro e pertanto deve assolutamente rimettersi al passo con i big del settore come Stati Uniti e Cina, sviluppando l’IA, se no andremo incontro a una stagnazione economica. La sanità sarà un settore in cui questa tecnologia potrà fare la differenza - ma sempre secondo il suo parare dell’ex presidente del consiglio - non ci sarà un grosso problema di disoccupazione, ma solo se la questione sarà ben gestita».
Dopodichè è intervenuto il relatore Dario Martinelli, responsabile investimenti alla Cuniberti & Partners Sim: «L’intelligenza artificiale non supera l’intelligenza umana. Lavorando nella finanza mi sono reso conto che l’IA avrebbe potuto sostituirmi e quindi ho deciso di diventare esperto di questa nuova tecnologia. Nei prissimi due anni si apriranno due scenari. Se l’IA funzionerà, le stime indicano che il 30% dei lavoratori potrebbe perdere il posto, ma se invece non dovesse sfondare, tutti gli ingentissimi investimenti che aziende e privati hanno sostenuto andrabbero in fumo e ci sarà comunque una crisi. In ogni caso, in qualsiasi scenario ci troveremo di fronte in futuro, se non si impara a usare l’IA, tra un paio d’anni avremmo grossi problemi. I ragazzi non devono capire che siamo di fronte a una nuova era. Gli over 30 non si rendono conto di quanto sarà devastante il cambiamento.
Per me le intelligenze artificiali sono stupide, ma hanno la capacità di agire e perciò sono utili se le istruiamo come si deve. Si tratta di strumenti che sono molto veloci ad agire, perciò noi dovremmo controllarli con la nostra intelligenza. Sarebbe sbagliato scaricare la responsabilità del risultato sull’IA. 
La gente è ferma a Chatgpt che è uscita nel 2023 e oggi siamo nel 2025, pertanto serve che le persone la studino, la comprendino e la sfruttino, ma non credo che sarà l’intelligenza artificiale a controllare noi.
Tuttavia, quello che temo è che soltanto l’1% della popolazione globale riuscirà a dominare questa tecnologia e questo potrebbe essere qualcosa di preoccupante.
La questione più urgente però, non riguarda tanto la ricchezza, quanto quello che sta generando, in particolare gli effetti che l’Ia potrebbe avere sulla salute. Faccio un esempio: oggi si possono scegliere i geni che avranno i nostri figli che potranno essere più belli, sani e intelligenti e questo porterà i ricchi ad essere sempre più e in salute. Il capitalismo è un modello economico che si reggerà fin quando i ricchi vorranno ridistribuire le loro ricchezze, ma la salute non potrà mai essere distribuita. Il vero problema dell’intelligenza artificiale, a mio avviso, sarà rappresentato dalla disuguaglianza sociale tra ricchi e poveri.
Voglio concludere dicendo che l’ia è uno strumento, ma per imparare ad usarlo serve pratica ed è importante imparare ad impiegarlo nel nostro lavoro. Detto ciò chi lo utilizza per superare gli esami o i compiti sbaglia, perchè non sta imparando, ma imbrogliando e nella vita questo atteggiamento gli creerà dei problemi», ha concluso l’esperto Dario Martinelli.
Il secondo relatore del pannel è stato il food lawyer, nonchè fondatore di Food Law Latest e Food Orbite, Cesare Varallo: «Nel settore alimentare l’intelligenza artificiale è presente fin dal 2018, anche se non è ancora molto diffusa, al contrario di altri settori come quello finanziario, in quanto è un campo in cui c’è molta reticenza ad introdurla, specialmente in Italia.
Detto ciò, le applicazioni e le opportunità che offre questa nuova tecnologia nell’agricoltura sono molteplici, in particolar modo è utilizzata per le analisi del suolo o per le previsioni metereologiche ed infatti quest’ultime sono migliorate negli ultimi anni, specialmente dal post covid. Inoltre, è molto utilizzata nella trasformazione industriale e questo permette di migliorare la qualità della lavorazione e la redditività delle aziende, evitando anche i fallimenti, per esempio attraverso i visori ottici che controllano forma, colore e grandezza di una determinato prodotto.
Ormai l’intelligenza artificiale noi la usiamo nei modi più svariati e creativi per completare e migliorare il servizio che offriamo al cliente. Banalmente è utile anche come correttore di bozze, per velocizzare quel tipo di lavoro. Ci tengo a rimarcare però, che i computer non ci ruberanno il lavoro, ma da chi sa usare l’IA, perciò dobbiamo stare al passo con i tempi. È vero che potrebbe esserci maggior disoccupazione, ma se si genera ricchezza questa verrà ridistribuita e si creano nuovi lavori, spazi e competenze, ma se non la usiamo queste opportunità andranno altrove. È fondamentale saper indirizzare questa tecnologia.
Un altro argomento di cui si dibatte molto è se l’IA verrà mai regolamentata. In ogni caso, anche se ciò avverrà, sarà tardi, ma questo è un aspetto che riguarda molti campi, poichè il mondo va troppo veloce per permettere al legislatore di stargli dietro.
Già oggi purtroppo, assistiamo al fatto che i servizi vengono delocalizzati in paesi dove la manodopera costa poco, dove le competenza sono basiche, ma dove vengono notevolmente migliorate dall’IA e questo sottolinea l’importanza che questa tecnologia avrà in futuro, nonchè la ragione per la quale dovremmo imparare ad usarla tutti noi, se non vogliamo perdere di competitività con il resto del mondo. 
Infine, concludo dicendo che da insegnante in Università ho scoperto che una tesina di un ragazzo, nominato poi anche come miglior corsista, era stata fatta con l’IA, sebbene il contenuto fosse preciso. Ho segnalato l’accaduto per sapere come comportarmi, visto che di pancia l’avrei bocciato».
Successivamente ha preso la parola l’assessore regionale al Bilancio Andrea Tronzano: «Noi politici non abbiamo mai la verità in tasca, ma abbiamo opinioni che offriamo alle persone così che scelgano quale preferiscono. Devo dire che l’IA è ben sviluppata in Piemonte ed è un aspetto molto positivo, perchè dove c’è tecnologia c’è sviluppo e ciò rende un territorio più forte e prospero. In Piemonte sappiamo innovare e infatti a Ivrea nacque il primo computer, grazie alla genialità di Olivetti. I nostri imprenditori sono focalizzati sul profitto, ma pongono l’attenzione anche sulle risorse umane. Per far crescere un’azienda c’è sempre bisogno di innovazione. Le società devono andare verso la digitalizzazione, in caso contrario il rischio è l’esclusione dal mercato. Inoltre, le persone devono saper ampliare le proprie conoscenza dell’IA, ma senza timore, perchè le stesse paure emersero ad inizio anni 2000. Io penso che non ci sarà un aumento della disoccupazione, ma rimarrà indietro chi non saprà usarla.
Concludo dicendo che la maggior parte dei giovani crede nel futuro e sono solo pochi quelli  che vogliono solo creare problemi».
A chiudere il pannel è nuovamente intervenuta Camilla Conti che ha ricordato come anche nel giornalismo l’IA è diventata importante, per esempio nella ricerca dei dati. Tuttavia, bisogna ricordarsi che a scrivere sono gli esseri umani e non i computer, anche perchè in caso contrario si rischia di fare brutte figure, come nel celebre caso della testata locale che in fondo a un articolo compariva una frase riconducibile all’utilizzo dell’intelligenza artificiale.
Direttore: DIEGO RUBERO
AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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