Una pessima annata per il Gruppo Stellantis quella appena trascorsa. È quanto emerge dal report Fim Cisl presentato a Torino dal segretario generale Ferdinando Uliano.
Sempre più drammatica la situazione dello stabilimento Mirafiori nel capoluogo piemontese: nel 2024 la produzione è crollata addirittura del 70% rispetto a quella del 2023, già non esaltante (25.920 unità assemblate; l’anno precedente erano 85.940).
Tra gli stabilimenti del Gruppo è il dato peggiore, superato solo dal collasso della produzione della Maserati a Modena (-79,1%). A Torino, «per tutto il 2024 – segnala il sindacato – la produzione è stata organizzata su un turno e con la richiesta di cassa integrazione ordinaria e contratti di solidarietà». «È stato un anno «caratterizzato da continui fermi produttivi, con chiusura totale della linea di produzione, per oltre la metà delle giornate produttive annue». E secondo Fim Cisl, il 2025 prefigura le stesse difficoltà: la ripartenza della produzione è prevista il 20 gennaio per la linea 500 e il 3 febbraio sulla Maserati.
A livello italiano, la produzione complessiva del Gruppo Stellantis è imbarazzantemente bassa: nel 2024 tra auto e veicoli commerciali sono state realizzate solamente 475.090 unità. Un disastro: -36,8% rispetto al 2023 (751.834 unità). Meglio non fare paragoni con il 2017, quando l’azienda produceva oltre un milione di mezzi (1.035.454 unità).
«I dati della produzione si chiudono negativamente dopo due anni di crescita – commenta Ferdinando Uliano, leader nazionale della Fim Cisl – e per la prima volta tutti gli stabilimenti sono in negativo, con gli autoveicoli che fanno segnare perdite maggiori rispetto ai veicoli commerciali».
«La riduzione della produzione – prosegue Uliano – è stato un continuo peggioramento da inizio anno, raggiungendo cali produttivi nelle auto dal 21 al 70%. Le previsioni negative che avevamo stimato negli ultimi due report trimestrali purtroppo hanno avuto un riscontro con la realtà di fine anno, con un aggravio in termini di volumi e di aumento dell'uso degli ammortizzatori sociali e di chiusure anticipate di fine anno, che hanno coinvolto quasi 20 mila lavoratori e lavoratrici». Le auto sono paurosamente scese del 45,7% nel 2024: 283.090 unità (erano 521.104 al 31 dicembre 2023).
«Per trovare un dato così basso di produzione – sottolinea il sindacalista – bisogna spostare le lancette al 1956».
Per la Fim Cisl sono indispensabili interventi sulle scelte strategiche del settore da parte dell’Unione Europea, a partire dalla definizione di un apposito Fondo d’investimento per il settore automotive e mirate politiche industriali da parte dell’Ue e di tutti i Governi, per fare in modo che la sostenibilità ambientale sia sostenibile sul piano sociale.
«Abbiamo giudicato negativamente la decisione del Governo di tagliare i Fondi Auto per un totale di 4,5 miliardi – scrive il sindacato in una nota – e, anche se per il 2025 si è corsi al riparo, il problema per i prossimi anni rimane. È evidente a tutti che i singoli Paesi non sono in grado di rispondere in maniera sistematica a una crisi che investe tutte le case automobilistiche che hanno una presenza rilevante nel nostro continente».
«L’Unione Europea – sostiene la Fim Cisl – deve attuare una svolta, disponendo un Fondo straordinario per imprimere più forza ai cambiamenti tecnologici e investimenti, accompagnando questo cambiamento con un piano di salvaguardia occupazionale, attraverso il blocco dei licenziamenti, l’uso di ammortizzatori sociali, la formazione e un forte sostegno alla riduzione dell’orario di lavoro».
«Devono essere rivisti i meccanismi sulla regolamentazione su Co2 già previsti dal 2025 – precisano i metalmeccanici Cisl – che rischiano di indurre le case automobilistiche a ridurre la produzione anche delle auto endotermiche per non incorrere nelle forti penalizzazioni».
Per Ferdinando Uliano, in Italia «abbiamo una previsione di 25 mila lavoratori a rischio tra Stellantis e l’indotto se non verranno messi a disposizione gli ammortizzatori sociali». In questa fase di transizione, «per evitare di perdere posti abbiamo bisogno della proroga degli ammortizzatori sociali, a partire da quelli che scadranno nel corso di quest'anno» – afferma, spiegando che «ci è stato assicurato dal Ministro del Lavoro che con appositi provvedimenti si doteranno di ammortizzatori gli stabilimenti che sono in fase di esaurimento, in modo da evitare licenziamenti».
Rimangono comunque forti preoccupazioni per la situazione di Maserati, definita molto critica» dalla Fim Cisl, sia per quanto riguarda la produzione in Piemonte, sia per il plant di Modena. «Nel polo di Torino – rende noto il sindacato – sono state prodotte, nel 2024, 2.250 unità: il 74% in meno rispetto all'anno prima. Modena, contrariamente alle previsioni aziendali, ha subito una flessione negativa del 79%, ovvero 260 vetture prodotte contro le 1244 del 2023».
A Modena il 2024 è stato caratterizzato da numerosi fermi produttivi e nell'ultimo trimestre si è lavorato solo per dieci giorni. Secondo il sindacato sono stati commessi «errori enormi» su Maserati ed è indispensabile che Stellantis chiarisca e definisca la strategia su modelli e volumi.
«Nell’ultimo incontro al Ministero – evidenzia il segretario generale Ferdinando Uliano – il Gruppo ha annunciato il progetto alta gamma con il coinvolgimento della Motor Valley. Non abbiamo ancora chiari i dettagli, ma per noi è fondamentale che questo debba avere riscontri sulle future produzioni Maserati in tutti gli stabilimenti».
Qualche buona notizia arriva dagli investimenti sul Green Campus Mirafiori, che dovrebbe essere completato nel dicembre di quest’anno e che dovrebbe accogliere diecimila dipendenti, tra ingegneri, tecnici e impiegati degli Enti Centrali. Confermata al momento anche l’intenzione di Stellantis di mantenere nel ‘Torino Manufacturing District’ il centro di progettazione per l’elettrificazione e la sostenibilità e cuore progettuale dei marchi italiani. A Mirafiori è poi prevista la sede europea di Stellantis oltre alla sede globale di Pro One.