Il caso Frejus arriva sul tavolo della Commissione Europea. Dopo la pioggia di interrogazioni parlamentari arrivate in modo bipartisan dagli eurodeputati italiani nei giorni scorsi, Bruxelles è chiamata adesso ad analizzare il nuovo rinvio al 2025 della riapertura della storica galleria ferroviaria che collega il Piemonte con la Savoia – colpita da una frana lo scorso agosto all'altezza del comune di Saint-André – valutandone gli impatti su circolazione ed economia.
Il 31 luglio il Dipartimento transalpino della Savoia ha ammesso i ritardi nel ripristino e lo slittamento della tanto attesa riapertura ha alimentato tensioni sull'asse tra Roma e Parigi.
Gli eurodeputati italiani hanno così chiesto aiuto all’Esecutivo Ue, con lettere e interrogazioni partite da FdI, Lega, Forza Italia e Pd per offrire risposte alle preoccupazioni di autotrasportatori e operatori economici di tutto il Nord-ovest.
Ad aprile, dal palco del G7 Trasporti a Milano, la commissaria Ue Adina Valean aveva assicurato la riapertura dello snodo cruciale anche per le reti trans-europee di trasporto (Ten-T) entro il 2024. Così però non sarà.
Ad avere in mano il dossier tuttavia non sarà più lei: il mese scorso la politica liberale rumena, eletta al Parlamento Europeo, ha rassegnato le dimissioni per assumere il suo ruolo di deputata. Al suo posto, in attesa della nuova squadra di Ursula von der Leyen, c'è l'olandese Wopke Hoekstra, responsabile per il Clima in seno all’Esecutivo Ue.