Continuano le polemiche per la rivolta No Tav andata nuovamente in scena lo scorso week-end in Valle di Susa, nel Torinese. Nel mirino, ancora una volta, le forze dell’ordine.
Dopo gli episodi violenti che si sono verificati durante il ‘campeggio di lotta’, organizzato da Askatasuna nel fine settimana del 12-14 luglio, sia ai danni del cantiere Tav di Chiomonte che di San Didero, anche nel week-end appena trascorso c’è stato un attacco al cantiere della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione a Chiomonte (Torino), a margine della manifestazione No Tav a cui hanno partecipato alcune migliaia di persone, in occasione del Festival ‘Alta felicità’.
I manifestanti si sono ritrovati in Borgata 8 Dicembre e poi si sono divisi in due gruppi: uno si è diretto verso il cantiere di San Didero, dove è prevista la realizzazione di un autoporto, opera collegata alla Torino-Lione. Almeno in trecento invece hanno assaltato, dai boschi della Val Clarea, il cantiere sull'autostrada Torino-Bardonecchia, rimasta poi chiusa al traffico per quasi sei ore. Un folto gruppo di incappucciati ha scagliato biglie di ferro, lanciato razzi, bombe carta, petardi collegati a bombolette di gas, fuochi d'artificio e pietre.
Le forze dell'ordine hanno reagito con lancio di lacrimogeni e idranti. I disordini sono durati circa due ore. Due poliziotti dei reparti mobili della Polizia sono rimasti feriti.
Gli antagonisti sono arrivati in Val di Susa da mezza Italia per il Festival Alta Felicità, una kermesse musicale e culturale organizzata dai No Tav e dal centro sociale Askatasuna di Torino. Quest'ultimo è considerato dagli inquirenti il ‘regista’ degli attacchi avvenuti negli anni nel cantiere di Chiomonte. Nei giorni scorsi proprio per i disordini in Valle di Susa 55 militanti dell'Askatasuna sono già stati denunciati dalla Polizia.
Dura la reazione di Giovanni Crosetto, europarlamentare e capogruppo di Fratelli d’Italia al Comune di Torino: «Torna il festival Alta Felicità in Valle di Susa e puntualmente torna la guerriglia No Tav portata avanti dai centri sociali e dai professionisti del disordine. Preoccupa che al festival Alta Felicità fosse presente lo stato maggiore di Avs, con tanto di Consiglieri Comunali, Regionali e Parlamentari. Ci aspettiamo che vengano immediatamente prese le distanze da quanto accaduto e si smetta di incoraggiare e sostenere questo tipo di violenza».
Per il sindacato di polizia Siap, gli assalti ai cantieri della Tav in Valle di Susa, nel Torinese, partirebbero dal campeggio, ospitato in questi giorni nella zona per il Festival Alta Felicità, kermesse musicale e culturale organizzata dai No Tav. A sostenerlo è il segretario generale provinciale Pietro Di Lorenzo: «Si segue sempre lo stesso copione – commenta – e si programmano iniziative alzando via via il tiro e l'intensità degli attacchi, poi ci sono incidenti più gravi. Dal 2012 ribadiamo il concetto più volte espresso: il campeggio è solo una base operativa per l'eversione: deve essere sgombrato e devono essere vietate le manifestazioni nella zona del cantieri. Auspichiamo rapida approvazione del Ddl sicurezza con misure più concrete nei confronti dei violenti, altrimenti le parole restano tali come sempre».
«Sono stati sparati quasi 1.200 lacrimogeni per rispondere di fatto inutilmente all'ennesimo assalto dei soliti noti, oggi travestiti da No Tav, ma noti come autonomi e contro tutto ciò che corrisponde all'ordine e alle regole dello Stato» – sostiene Luca Pantanella, segretario generale provinciale del sindacato di polizia Fsp. «Ancora una volta – denuncia Pantanella – due feriti tra le forze dell'ordine e soldi buttati per i contribuenti per far giocare e allenare alla guerriglia criminali da tutta Europa, poiché la Tav è la palestra di autonomi e anarchici europei».
«Superfluo ribadire come durante i festival estivi – afferma in una nota il segretario generale provinciale del Siulp Eugenio Bravo – si verifichino regolarmente attacchi alle forze dell'ordine che sorvegliano il cantiere Tav. Il solito scenario di guerriglia con l'uso di bombe carta, razzi pirotecnici e pietre lanciate con fionde rudimentali, mirando, senza il minimo timore, a colpire dolosamente uomini e donne in servizio».
Sugli incidenti è intervenuto anche l’assessore regionale alle Infrastrutture strategiche e alla Sicurezza, Enrico Bussalino: «È fondamentale ribadire che è giusto avere le proprie idee e il diritto di manifestarle, ma questo deve avvenire in modo civile e non violento. Le forze dell’ordine, che sono presenti per garantire la sicurezza di tutti, non devono essere aggredite poiché svolgono semplicemente il loro lavoro. Gesti violenti come quelli visti sono inaccettabili e devono essere condannati con la massima fermezza. Il dialogo e il rispetto reciproco sono essenziali per affrontare le divergenze di opinioni».