Le «condizioni difficili» in cui versa il carcere di Torino, dovute in gran parte al sovraffollamento, sono state rilevate da una visita di una delegazione di esponenti del partito radicale e dell'avvocatura subalpina. I detenuti sono 1.421 a fronte di una capienza regolamentare di circa mille «e questa problematica - spiegano in una nota i Radicali - ne genera altre di carattere gestione e assistenza sanitaria».
La carenza di educatori «contribuisce a rendere assai più difficile il reinserimento del detenuto nella collettività» ed è «molto critica» la gestione dei reclusi con patologie psichiatriche in particolare nella sezione femminile, dove non è prevista una sezione apposita per le donne affette da disturbi di questa natura.
È stato osservato che «tutto il peso delle mancanze del sistema grava sugli operatori di polizia penitenziaria, il cui personale è pesantemente sotto organico (circa 700 unità a fronte delle 900 previste) e su chi nel carcere presta il proprio servizio a vario titolo».
La visita rientrava nel programma «Natale in carcere» portata avanti a livello nazionale. La delegazione era composta da Mario Barbaro (componente della Segreteria del Partito Radicale), Roberto Capra (Presidente della Camera Penale del Piemonte e della Valle d'Aosta), Claudio Desirò (segretario di Italia Liberale e Popolare) e Alberto Nigra (già parlamentare). Alla visita ha preso parte anche il garante regionale dei detenuti, Bruno Mellano.