La Corte dei Conti ha parificato il rendiconto generale 2024 della Regione Piemonte, certificando la regolarità e la solidità dei conti pubblici. E sono positivi tutti e tre gli indicatori fondamentali di equilibrio: competenza, bilancio e risultato complessivo. Il primo riguarda l’equilibrio tra quanto si incassa e quanto si spende nell’anno; il secondo verifica che tutte le spese, comprese quelle vincolate e gli accantonamenti, siano effettivamente coperte; il terzo riflette il risultato finale della gestione e il suo impatto sul bilancio complessivo della Regione.
«Il giudizio positivo della Corte conferma la serietà con cui stiamo gestendo i conti pubblici – commenta il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio – ed è la dimostrazione che si può ridurre il disavanzo e abbattere il debito continuando a investire. Il miglioramento di tutti gli indicatori ci dice che il Piemonte è sulla strada giusta: conti in ordine e risorse disponibili per lo sviluppo sono la base per una Regione più forte e moderna».
«Il risultato di amministrazione di circa 1,06 miliardi è in miglioramento rispetto al 2023 – evidenzia la magistratura contabile – ma il disavanzo complessivo da riassorbire nei prossimi esercizi, dopo accantonamenti e vincoli, resta elevato, pari a 4,9 miliardi».
Elementi positivi vengono indicati il miglioramento della programmazione finanziaria, con approvazione del bilancio entro i termini più contenuti dell'esercizio provvisorio, il rispetto dei vincoli di indebitamento con l'indice al di sotto del limite massimo (18,5% su 20%), il miglioramento del saldo di gestione ordinaria e l'equilibrio complessivo per circa 80 milioni dopo il dato negativo del 2023.
Per quanto riguarda le criticità, la Corte indica «la rigidità strutturale del bilancio e la carenza di liquidità, che rallentano i pagamenti verso enti locali e soggetti non commerciali, i residui attivi e passivi ancora elevati, con difficoltà di smaltimento, soprattutto per le entrate extra tributarie, i fondi pluriennali vincolati in crescita, con rinvii significativi di spesa agli esercizi successivi, gli accantonamenti in aumento per crediti di dubbia esigibilità e perdite delle indirette, i disallineamenti tra crediti e debiti con enti locali».
Sul fronte operativo, si riducono i tempi di pagamento: l’indicatore di tempestività – che misura l’anticipo o il ritardo medio con cui vengono saldate le fatture – evidenzia nel 2024 una tendenza ai pagamenti anticipati, migliorando i rapporti con fornitori e imprese. In particolare, la Regione nel 2023 pagava i fornitori con 5 giorni di anticipo rispetto alla scadenza delle fatture, nel 2024 i giorni di anticipo sono diventati 16.
«La parifica della Corte – sottolinea l’assessore al Bilancio, Andrea Tronzano – è un atto tecnico che ha un significato politico molto forte. Abbiamo ridotto il disavanzo, contenuto il debito, migliorato gli equilibri di bilancio e paghiamo più velocemente. È il frutto di un lavoro attento e continuo, che ci consente di guardare al futuro con maggiore fiducia e credibilità».
Il rendiconto 2024 dedica inoltre una sezione specifica all’avanzamento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e alla gestione dei fondi europei. Entrambe le leve strategiche – fondamentali per sostenere crescita, innovazione e coesione sociale – secondo la Corte risultano in attuazione nel pieno rispetto delle tempistiche, con il primato italiano per quanto riguarda i fondi europei, come evidenziato nella relazione sulla gestione allegata al bilancio: un’ulteriore conferma del ruolo centrale che il Piemonte intende giocare nella nuova stagione degli investimenti pubblici.
Per quanto riguarda le osservazioni della Corte a proposito ad esempio dei tempi di erogazione dei contributi a causa delle disponibilità di cassa, la Regione ricorda di aver già messo in campo dei correttivi nel 2025 grazie a misure come ‘Anticipo cultura’, che, ad esempio, consente alle associazioni culturali beneficiarie di contributi di accedere più facilmente al credito e senza ulteriori oneri a proprio carico.
Prosegue anche la discesa del disavanzo complessivo (ovvero la differenza tra entrate e uscite accumulata nel passato): da 6,6 miliardi nel 2018 è sceso a 4,88 miliardi nel 2024, con un calo costante anno dopo anno. Solo nell’ultimo esercizio è diminuito di 229 milioni di euro.
Per quanto riguarda le spese per la sanità, il presidente Cirio sottolinea: «La sanità rappresenta naturalmente una voce che impatta fortemente sul bilancio, ma ci sono spese che sono incomprimibili perché non possiamo tagliare sul personale o sui servizi e le cure alle persone. Una delle voci più critiche ad esempio è la spesa per i farmaci, soprattutto per i medicinali innovativi che sono molto costosi. Ma io credo che se consentono di vivere anche solo un giorno in più a un bambino, un anziano o a una persona a noi cara allora abbiamo il dovere di metterli a disposizione. Lavoreremo però per ridurre i costi laddove possibile, diminuire gli sprechi e migliorare la gestione».