È semaforo giallo per il comparto caseario, ormai in stato di 'allerta' per il prezzo del latte in calo. A settembre, come segnala Confagricoltura Piemonte, il prezzo 'spot' cioè per il latte venduto fuori dai contratti, è sceso a 51 euro al quintale dai 60 euro.
Dopo questo cedimento il prezzo si starebbe ora assestando verso quotazioni di 54-55 euro al quintale ma, secondo Confagricoltura, i segnali di riduzione che arrivano anche dai prezzi per la panna, il burro e alcuni formaggi, sono visti con una certa preoccupazione. Infatti se la tendenza alla contrazione dovesse proseguire «si potrebbe concretizzare nei prossimi mesi una vera e propria crisi del settore», si legge in un comunicato, «soprattutto se le industrie del comparto dovessero decidere, come sembra sia stato prospettato, di rivedere al ribasso le forniture e le quotazioni».
«Si tratta di una situazione in assestamento - dichiara Cristina Donalisio, vicepresidente di Confagricoltura Torino - che va seguita con attenzione e che è in parte dovuta anche ad un ingresso nel nostro Paese di latte proveniente dall'estero in un momento, quello di fine estate appunto, in cui solitamente questo fenomeno non si verifica».
Secondo Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte, l'analisi della situazione va fatta guardando anche il panorama internazionale «che vede l'Europa con produzioni al ribasso mentre altri Paesi, grandi esportatori, quali la Nuova Zelanda, hanno invece accresciuto sensibilmente i quantitativi di latte prodotto».
C'è poi il fattore dazi che influisce, così come gli effetti dei cambiamenti climatici e la salute degli animali. «Sarebbe quindi opportuno attivare concretamente anche nel nostro Paese delle strategie a sostegno degli allevatori nei periodi di crisi di mercato, come prevede la legislazione comunitaria», conclude.