In Piemonte, l'andamento del tasso di neonati non riconosciuti presenta «dei picchi», ma è «comunque in forte calo» (da circa 1,20 per mille del 2008 a circa 0,50 del 2022). A riferirlo è stata Paola Ricchiardi, docente associata di Pedagogia Sperimentale all'Università di Torino, durante il convegno 'Il diritto alla segretezza del parto' organizzato dalla Città metropolitana di Torino.
«Un elemento importante - spiega Ricchiardi - è che in Piemonte si è rilevato che mentre il numero delle donne», in termine generali, «che ricorrono al parto in anonimato è piuttosto stabile, decresce quello delle donne straniere».
Un'ipotesi quindi è «che ci sia una maggior paura da parte delle donne straniere. Può essere che siano donne senza documenti. Potrebbe essere che, essendo che in altri paesi non esiste la possibilità del parto in anonimato, queste donne non vengano informate adeguatamente. Abbiamo portato dei dati anche relativi alle conoscenze, alle informazioni che hanno gli operatori sanitari. Ci sono ancora delle lacune anche tra i più informati, quindi potrebbe esserci un problema di informazione. Sicuramente è una situazione complessa per cui vanno individuati tutti i fattori, e va aumentata l'informazione. Altro elemento importante è che negli articoli viene ancora marchiato come abbandono il caso della donna che decide di portare a termine una gravidanza, di accedere a un parto in anonimato, quindi dando il suo bambino a una famiglia adottiva che lo potrà crescere, che è un'enorme atto d'amore da parte di queste donne».