Come consuetudine, con l’inizio del nuovo anno è tempo di fare buoni propositi per il futuro e di tracciare un bilancio dei dodici mesi appena trascorsi. Il presidente dell’Unione Industriali Torino, Marco Gay, ha così scritto una lettera ai propri associati per salutare l’arrivo del 2025, ma anche per ripercorrere un anno che imprenditorialmente è stato costellato da «momenti non sempre facili».
Il leader degli industriali sabaudi ha spiegato come la cifra dell’essere imprenditori a Torino, e più in generale in Piemonte, non sia soltanto ancorata nel passato, ma anche nella capacità di innovare giorno dopo giorno, in quella che definisce ‘intelligenza industriale’, nell’essere comunità e nel lavorare insieme per il futuro delle aziende e di tutto il territorio. E se lo scenario macro-politico è incerto – inutile sottolineare le variabili in costante mutazione – però Gay vede un futuro dove ci sono anche possibili schiarite all’orizzonte.
Il manager promuove il nuovo corso del Parlamento Europeo e guarda con riserva il lavoro del Governo Meloni. «Nell’Unione Europea – afferma – sembra che finalmente il vento sia cambiato a favore dell’industria. Lo dimostra la ‘Competitiveness Compass’ che verrà presentata all’inizio di gennaio e che, secondo la stessa presidente Ursula Von der Leyen, si baserà sul rapporto Draghi e avrà l’obiettivo di chiudere il divario di innovazione con gli Stati Uniti e la Cina. Vedremo poi a fine febbraio il ‘Clean Industrial Deal’, un piano ad ampio raggio per incanalare gli investimenti nelle infrastrutture e nell'industria, e l’‘Omnibus Simplification Package’, che dovrebbe ridurre gli oneri sulle imprese».
«Nonostante il Pnrr – continua il presidente degli Industriali – il Pil italiano è tornato a crescere a livelli troppo modesti. Guardando però al bicchiere mezzo pieno, nella Legge di Bilancio, come Confindustria ha richiesto a più riprese, si è lavorato per introdurre l’Ires premiale per chi lascia gli utili in azienda: una misura pensata e voluta per sostenere gli investimenti, linfa vitale per tornare a essere competitivi. Così come la rimodulazione di ‘Transizione 5.0’ e il potenziamento di ‘Industria 4.0’». «Certamente – aggiunge – questo non basta nel breve per invertire la serie negativa di ventuno mesi consecutivi di calo della produzione industriale».
La richiesta che viene fatta forte e chiara da Gay è di politiche industriali per il Paese. In particolare, guardando al Piemonte e a Torino, l’automotive e la mobilità sono tornate al centro della scena, in un’altalena di annunci e programmazioni a tutti i livelli. «Molto dipenderà – dichiara Marco Gay – dalle scelte politiche dell’Unione Europea. Noi continuiamo a batterci per la neutralità tecnologica ed è oramai evidente come, per realizzare lo sforzo di investimento necessario per recuperare produttività, dobbiamo per forza parlare di un ‘Mobility Act’, in tutto simile a quello ipotizzato per i microchip, per rimettere al centro non solo la nostra straordinaria filiera, ma anche l’opportunità di avere per il futuro, come territorio, un ruolo di primo piano».
Secondo il leader dell’Unione Industriali, ipotizzare un Piano per la mobilità deve essere una priorità, che il nostro indotto merita e ha tutte le competenze, il network e la capacità per poter continuare a crescere a livello nazionale e internazionale.
In questa visione, il piano di Stellantis per il futuro di Mirafiori e degli altri stabilimenti del Paese, che prevede 6 miliardi di acquisti da fornitori italiani, può diventare una leva per ulteriori investimenti in Italia da parte di altri costruttori, secondo Marco Gay. E avere qui a Torino la Fondazione AI4Industry, che avrà sede alle Ogr, apre per il territorio opportunità concrete di sviluppo. Anche perché l’intelligenza industriale ha contribuito alla nascita di nuove eccellenze cittadine: dal biomedicale alla meccatronica avanzata, dal digitale alla ‘aero-space economy’.
Insomma, il 2025 potrebbe essere un’ottima annata per Torino.