Ancora violenze nelle case circondariali piemontesi. Ancora aggressioni al personale della Polizia Penitenziaria che quotidianamente si trova ad affrontare situazioni pericolose, in strutture penitenziarie sovraffollate e con carenze strutturali e igienico-sanitarie che compromettono la qualità della vita degli agenti e degli stessi reclusi.
«Verso le 18 di venerdì 3 ottobre, nella Casa circondariale di Torino, un detenuto di nazionalità tunisina ristretto presso la sezione 9 del Padiglione B, pretendeva a tutti i costi di recarsi presso l’infermeria».
È quanto denuncia il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe), per voce del segretario del Piemonte, Vicente Santilli. «Il poliziotto preposto gli comunicava di attendere, ma il ristretto non sentendo ragioni insultava pesantemente l’Agente e gli sputava in pieno viso», prosegue il sindacalista. «La situazione all'interno delle sezioni detentive è diventata davvero insostenibile. Urgono contromisure concrete per prevenire questi gravi episodi», conclude Santilli.
Il segretario generale del Sappe, Donato Capece, commenta: «Non lasciate soli le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria. Servono regole ferree per ristabilire ordine e sicurezza nelle carceri, attuando davvero quella tolleranza zero verso i detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta! Qui serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci! Il Governo vada avanti nelle politiche di prevenzione e di contrasto all’illegalità, anche in carcere, con provvedimenti urgenti».