Ad un detenuto del carcere minorile Ferrante Aporti di Torino è stato trovato uno smartphone perfettamente funzionante.
Durante un video-colloquio, il ragazzo è riuscito a sottrarre una scheda Sim dall'apparecchio telefonico, utilizzando un attrezzo rudimentale. La scena è stata notata dagli agenti di polizia penitenziaria, che hanno effettuato un controllo accurato all'interno della camera di pernottamento del giovane detenuto.
L'intervento ha portato al ritrovamento dello smartphone, che era nascosto all'interno di un calzino avvolto in un boxer, dietro il sifone del lavandino.
«Mentre continuiamo a segnalare le gravi criticità che affliggono il nostro sistema penitenziario, come carenze di organico, strutture inadeguate e condizioni lavorative sempre più difficili - commenta Leo Beneduci, segretario generale dell'Osapp, Organizzazione sindacale autonoma di polizia penitenziaria - le brillanti operazioni come questa dimostrano che la polizia penitenziaria opera con una dedizione e una professionalità senza pari. Tuttavia, è fondamentale che l'amministrazione riconosca concretamente tali meriti e che vengano adottati interventi risolutivi per migliorare le condizioni in cui i nostri agenti operano quotidianamente».