Agricoltura di qualità grazie all’impegno femminile

Su undicimila persone associate a Coldiretti nel Torinese, 4.300 sono donne e 1.600 sono titolari di aziende. Su 270 soci di Campagna Amica in provincia di Torino, un terzo sono donne

Alberto Bozzalla 08/03/2025
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«Stiamo assistendo a un vero e proprio cambio epocale. Le donne lavorano nei campi e con gli animali fin dalla notte dei tempi, ma difficilmente, fino a qualche anno fa, prendevano parte alle decisioni strategiche sul futuro dell’azienda. Oggi le donne sono parte attiva nella conduzione dell’impresa agricola e, anzi, sono spesso il motore delle scelte di innovazione.

Senza dimenticare che sono le donne a gestire la cura familiare con figli, nipoti, anziani di casa: una cura che si somma all’attività di imprenditrici». È quanto afferma Mirella Abbà, responsabile di Coldiretti Donne Torino.

Attualmente, le titolari di imprese agricole in provincia di Torino sono circa un terzo dei colleghi maschi, ma il numero aumenta ogni anno.

Basti pensare che sugli undicimila soci Coldiretti nel Torinese 4.300 sono donne e 1.600 di queste sono titolari di azienda. L’innovazione introdotta dalle donne in agricoltura risiede soprattutto nella trasformazione dell’azienda agricola da semplice impresa di produzione di cibo a erogatrice di servizi connessi all’agricoltura.

«Quando in una famiglia oppure in una coppia di agricoltori si decide di trasformare la vecchia società agricola in una moderna azienda agrituristica con ristorante e posti letto. Oppure ancora, quando si decide di aprire spazi per i bambini e aprire un ‘agri-asilo’, o quando si adegua l’azienda per integrarla con una ‘fattoria didattica’ oppure per fare vera e propria ‘agricoltura sociale’, l’idea è della donna, che porta avanti la scelta e diventa conduttrice diretta di questi servizi innovativi» – sostiene Mirella Abbà.

Un altro aspetto dell’agricoltura che, senza la presenza femminile non starebbe prendendo piede, è la vendita diretta dei prodotti.

Si tratta di un fenomeno che ha avuto un’impennata con il Covid19 e che oggi vede le imprenditrici agricole gestire direttamente i punti vendita aziendali, i siti web per le prenotazioni e le consegne a casa.

Dove però la vendita diretta al femminile si percepisce maggiormente è il mercato di Campagna Amica.

«Su 270 soci di Campagna Amica in provincia di Torino, un terzo sono donne – osserva Tatiana Altavilla, responsabile di Campagna Amica Torino – e in molti casi si tratta di donne che hanno iniziato la loro esperienza di imprenditrici agricole proprio per vendere direttamente i prodotti nei 22 mercati contadini di Campagna Amica oppure in azienda come Punti vendita di Campagna Amica».

«Molte – spiega Altavilla – hanno dato una svolta all’azienda decidendo di trasformare i prodotti: per esempio se la famiglia allevava mucche da latte è arrivata la decisione di fare formaggi o gelati. Oppure se si coltivavano nocciole è stato realizzato un laboratorio di prodotti dolciari a base di nocciola». «Attività – precisa – seguite direttamente dalle donne, che sono le stesse che i frequentatori dei mercati di Campagna Amica trovano dietro i banchi. Sembra banale, ma non lo è. Se l’agricoltura torinese sta cambiando pelle per essere più vicina ai consumatori e alle esigenze dei territori è soprattutto grazie alle donne».

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