Presentato all'Ospedale di Verduno il libro «Codice Rosso» di Milena Gabanelli

L'autrice ha analizzato la crisi del sistema pubblico nazionale, evidenziandone le problematiche principali

Alessandro Marini 09/02/2025
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Nei giorni scorsi, presso l'auditorium dell'Ospedale di Verduno, è stato presentato il libro «Codice Rosso» alla presenza dell'autrice, nonché nota giornalista italiana, Milena Gabanelli.

L'opera, che ha riscosso un grande successo di pubblico, tratta un argomento di strettissima attualità: la sanità pubblica.

«Lo spirito del libro è quello di analizzare lo scheletro della sanità pubblica; attraversando gli ospedali dal Pronto Soccorso, ai singoli reparti, passando dagli appalti fino agli anziani e alle case di riposo. Attraversare un filo rosso che lega tutta la sanità pubblica, per cercare di capire quali sono gli ingranaggi che non funzionano e comprendere come ogni ingranaggio sia legato ad un altro.» - esordisce così la giornalista del Corriere che aggiunge:

«Chiaramente, uno degli aspetti più importanti è la programmazione, perché se questa manca i soldi, anche se ci fossero, verrebbero sperperati. La scelta delle figure apicali è essenziale per il buon funzionamento della sanità pubblica.

Il nostro è un modello unico, malandato sì, ma che può essere rimesso in carreggiata.

Le prime avvisaglie sul fatto che ci saremmo trovati con la carenza di medici risalgono al 2010. L'associazione medici disse che se non si fossero prese contromisure, in una decina d'anni sarebbero mancati circa 30 mila medici e si sarebbe fatto ricorso ai gettonisti.

Oggi, il ministro ha bloccato questa pratica che però continua nei piccoli ospedali, perchè i medici tendono a preferire le grandi realtà per le maggiori prospettive di carriera e i piccoli ospedali, di conseguenza, si ritrovano sguarniti. Per tale ragione, penso che non serva avere tanti ospedali, perchè diventa difficile garantire un'elevata qualità e risulterebbero costosi. Meglio sostituirli con presidi sanitari locali.

Ritornando alla mancanza di medici, ritengo che non sia dovuta al numero chiuso nell'Università, misura che risale al 1999 perchè troppi medici erano disoccupati. Tuttavia, il numero chiuso si modificava di anno in anno, in base al fabbisogno delle singole regioni.

Verso il 2027, grazie alle politiche adottate in questi anni, i conti relativi al numero di medici e infermieri che servono al sistema, dovrebbe finalmente combaciare con quelli che usciranno dalle università.

Tuttavia, ci sono un paio di problemi. Il primo è dovuto al fatto che alcune specializzazioni non hanno lo stesso appeal di altre e quindi, i bandi di queste vanno deserti. Al contrario, specializzazione come cardiologia che hanno più sbocchi nel privato, sono molto ambite.

Tra le specializzazioni che hanno carenza di nuovi medici, c'è la Medicina d'Emergenza-Urgenza, ma d'altronde ogni anno si verificano quattro milioni ingressi impropri in Pronto Soccorso e le cronache sono ricche di notizie di aggressioni negli ospedali.

Il secondo problema è relativo allo stipendio, perchè i nuovi medici che entrano nel mondo del lavoro, qualora negli ospedali pubblici non venissero pagati a sufficienza, o se ne vanno in quelli privati o si trasferiscono all'estero.» conclude Milena Gabanelli

Al termine dell'intervento della giornalista, è stato lasciato spazio alle domande, o alle richieste di precisazioni, che i medici presenti in sala hanno rivolto all'autrice, dando vita ad un dibattito molto interessante e partecipato.

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