Le Asl liguri chiedono ai medici di giustificarsi se lavorano

Stimamiglio (Fimmg): «Ci domandano chiarimenti sulle percentuali di prescrizioni per alcuni esami. Viene proprio voglia di andarsene...»

Monica Bottino 22/03/2025
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I medici di famiglia lavorano molto? Vedono pazienti per tante ore al giorno perché sono massimalisti in zone dove la popolazione è prevalentente anziana? Prescrivono esami o visite specialistiche che ritengono necessari per non fare andare le persone al pronto soccorso? Fanno magari ricette fino alle 23?  In questo caso bisogna bacchettarli, rimetterli in carreggiata, chiedere loro di giustificarsi. È quanto sta accadendo in Liguria dove a decine e decine di medici di medicina generale sono arrivate lettere da parte di Alisa e della Asl di appartenenza territoriale. «Alisa ha fornito ad ogni Asl i dati relativi all’attività prescrittiva di ciascun Mmg, con specifico riferimento alla classe di priorità e alla tipologia di prestazione - si legge nella lettera - Per i soli dati riferiti ad  Asl e non all’intera Regione, sono state evidenziate le  tue prescrizioni che risultano oltre al 90° percentile relativamente  alla classe di priorità  e/o  alla tipologia di prestazione. Dovendo inviare una relazione al proposito alla SC Cure Primarie, che deve a sua volta rendicontare ad Alisa, ti chiediamo la cortesia di inviare una  breve relazione che motivi il superamento del 90° percentile Asl relativamente «alla classe di priorità e/o alla tipologia di prestazione». 
«Viene voglia di mollare tutto e andarsene a casa - commenta il segretario genovese di Fimmg, la Federazione dei medici di medicina generale, Andrea Stimamiglio - Chiedere a  medici che hanno 1.500, ma anche fino a 1.800 pazienti, in una città anziana come la nostra e in un contesto sociale dove non ci si può permettere la sanità privata come mai si prescrivono troppo ecografie o tac o risonanza magnetiche significa non aver capito il tipo di pazienti con cui si ha a che fare». Secondo Stimamiglio sono proprio procedure come queste che inducono i giovani medici a scappare dalla medicina di famiglia. «Tant’è vero che venti o trenta di quelli che finiscono il corso si specializzazione triennale poi scelgono di fare altre specializzazioni», denuncia il segretario Fimmg. 
Tutto ciò come se la carenza di prestazioni (lunghe liste di attesa) fosse colpa dei medici che prescrivono troppo. 
Direttore: DIEGO RUBERO
AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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