Federico Riboldi si pone l'obiettivo di impatto zero Pfas per Spinetta Marengo

Intanto ad aprile inizierà la seconda fase dei biomonitoraggio dei residente nell'area

Anna Bosco 21/03/2025
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La seconda fase del biomonitoraggio dei Pfas (sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche, composti chimici pericolosi per l'uomo, usati per rendere i tessuti resistenti ai grassi e all'acqua, ndr) dei residenti nell'area circostante il polo chimico di Spinetta Marengo, che dovrebbe iniziare ad aprile, e "Scenarios", progetto finanziato dall'Ue con 19 partner da unidici Paesi, sono stati presentati oggi nella sede dell'Azienda ospedaliero-universitaria di Alessandria.

Il progetto, coordinato dall'Università del Piemonte orientale, intende sviluppare nuove metodologie per la caratterizzazione, il monitoraggio, la bonifica e la riduzione dell'impatto ambientale dei Pfas. Tra gli obiettivi principali ci sono l'identificazione e quantificazione nell'ambiente e nell'uomo, attraverso metodologie innovative che possano migliorare le conoscenze sulla pervasività e distribuzione dei Pfas. In questa fase dimostrativa del progetto è previsto il coinvolgimento di 300 partecipanti, suddivisi per età e genere, selezionati casualmente in tre fasce territoriali. Ci sarà l'analisi dei Pfas all'interno dei fluidi biologici e le tre fasce saranno 100 residenti entro un raggio di 3 chilometri dal polo chimico, altrettanti tra 3 e 6 chilometri, altrettanti ancora oltre 6 chilometri, fino a comprendere l'intero territorio comunale.

«Si tratta di due progetti complementari per amplificare l'impegno della Regione Piemonte e degli enti pubblici sui Pfas, sul monitoraggio della popolazione, sull'individuazione dei pericoli e la loro eliminazione - sottolinea l'assessore piemontese alla Sanità, Federico Riboldi -. Il nostro lavoro sarà terminato quando si potrà conciliare in maniera piena la produzione con la salute». Due le fonti di finanziamento: per il biomonitoraggio la Regione Piemonte ha messo a disposizione 2 milioni, poi c'è il finanziamento europeo che consentirà, invece, «di andare - precisa Riboldi - a individuare in maniera diversa non i campioni sulla popolazione, ma la presenza di nuovi Pfas e il loro impatto sull'ambiente. Serve avere una definizione certa di quale sia l'impatto su popolazione e ambiente e quali siano le azioni conseguenti da mettere in campo».

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