Farmaci nelle Rsa: le dosi personalizzate migliorano la cura
A Genova il convegno di Confcommercio Salute sul "deblistering" con lo Studio EmmEffe di Milano
Monica Bottino 03/03/2025
Favorire l’aderenza terapeutica nel processo di somministrazione di medicinali nelle Rsa e, al contempo, migliorare le performance della struttura sanitaria ottimizzando il lavoro del personale infermieristico. Come? Grazie al «deblistering» (da blister, il classico foglietto di alluminio con le pastiglie contenute in piccole bolle di plastica termosaldata) un processo che prevede lo spacchettamento dei farmaci dalle confezioni industriali e il riconfezionamento in «dosi unitarie personalizzate» (Dup), in pratica bustine o blister che contengono tutti i farmaci orali solidi (compresse, capsule, pastiglie, perle o simili, anche eventualmente divisi se la prescrizione lo richiede) che quel determinato ospite deve assumere a quella data ora della giornata. Quindi non il classico «bicchierino» di plastica con le pastiglie consegnato al paziente con l’acqua, preparato dall’infermiere di turno sulla base delle prescrizioni del medico, ma, appunto, una dose che porta scritto il nome del paziente preparata da un professionista nell’ambito di quello che oggi si intende con Farmacia dei Servizi.Il «deblistering», di cui si comincia a parlare più diffusamente, richiede però un cambio di marcia e forse di mentalità. Se n’è parlato a Genova, nella sala Arazzo di Fondazione Carige, nel convegno o «Deblistering e Rsa: innovazione nella gestione delle terapie farmacologiche», organizzato da Confcommercio Salute, Sanità e Cura. Il fulcro dell’incontro, una recentissima ricerca preliminare dello Studio EmmEffe di Milano, che ha analizzato l’impatto dell’esternalizzazione del servizio di preparazione dei medicinali in Dup in due Rsa campione. «Per ragionare su una base di dati, abbiamo effettuato un’analisi di impatto organizzativo in due strutture: una più grande di 240 posti letto, suddivisi in otto nuclei, e l’altra di 37 posti - spiega Massimo Farina, amministratore dello Studio EmmEffe - i risultati hanno mostrato che, nelle Rsa, l’adozione del deblistering può ridurre l’indice di rischio clinico dell’82% e consentire un risparmio medio annuo di 1.313 ore del personale infermieristico per l’allestimento delle terapie orali solide». In relazione alle procedure adottate dalle farmacie campione interessate dallo studio preliminare, il processo è caratterizzato da una serie di step. Innanzitutto la ricezione della prescrizione e qui le attività in carico al farmacista permettono l’esercizio della propria competenza professionale a supporto del medico prescrittore nella valutazione, ad esempio, di eventuali interazioni tra i farmaci. Segue il caricamento dati: anagrafica, informativa privacy del paziente/ospite, farmaci prescritti, ecc. sul programma informatico che è il software di dialogo con l’apparecchiatura (nel caso di studio semi-automatica) in uso per l’allestimento. Poi, l’approvvigionamento farmaci: in tale contesto è differente se la Rsa ha solo letti in convenzione Asl perché in questo caso la fornitura dei farmaci avviene da parte dell’Azienda sanitaria, o, al contrario non ha letti in convezione o li ha solo parzialmente, con l’approvvigionamento attraverso le Farmacie di Comunità. Altri segmenti del processo riguardano lo stoccaggio, l’allestimento vero e proprio e il remind con gli aggiornamenti eventuali delle prescrizioni. Il «deblistering» fa parte dell’evoluzione del mondo delle farmacie, che oggi, sempre di più, sono diventate a pieno titolo Farmacie dei Servizi, con la possibilità addirittura di effettuare esami anche con refertazione da remoto. «Per valutare l’impatto del deblistering nelle strutture analizzate - continua Farina - abbiamo adottato un approccio metodologico che avevamo già utilizzato in altri progetti nazionali sui confezionamenti innovativi, per esempio, di terapie oncologiche e antimicotiche. Non solo. La sicurezza dell’ospite-paziente è stata quantificata tramite l’applicazione della Fmea (Failure Mode and Effects Analysis), strumento internazionalmente riconosciuto, che consente di misurare l’indice di rischio di un processo e di agire in termini preventivi per ridurre i rischi prioritari identificati». A conclusione dello studio è stato acclarato che in una struttura con meno di 50 ospiti il deblistering consente di «liberare» risorse pari quasi al lavoro di un infermiere all’anno, che diventano più di tre in strutture di oltre 150 pazienti. «Ciò per dimostrare che, a parità di investimento economico sul personale, - sottolinea il dottor Farina - la struttura può diventare più performante, consentendo al personale infermieristico di avere maggior tempo da poter dedicare ad altre attività assistenziali ad alto valore aggiunto (come prevenzione e gestione delle infezioni, supporto relazionale con gli ospiti e i team, educazione sanitaria per i familiari, formazione del personale, ndr) e quindi di esercitare pienamente la propria professionalità, aumentando ulteriormente il livello di qualità della Rsa stessa». Fin qui i processi di esternalizzazione del servizio. Ma come vivono i farmacisti la presa in carico del deblistering? «Nelle esperienze che abbiamo maturato, e stiamo maturando, in ambito nazionale – spiega il dottor Farina – si accresce la consapevolezza del fatto che il futuro della farmacia prende forma nell’innovazione di oggi, grazie a una rete di competenze, di tecnologie e di persone al servizio della salute. La farmacia dei servizi può diventare un punto di riferimento per l’allestimento delle dosi personalizzate destinate ai pazienti/ospiti cronici, in una logica di rete territoriale, adottando protocolli rigorosi e sicuri formando adeguatamente il personale per minimizzare i rischi associati, adottando anche soluzioni tecnologiche che possano rendere il processo più sicuro e meno oneroso».Emblematico il caso genovese della Farmacia dell’Aquila, in via Giacometti, a Genova San Fruttuoso, che ha sviluppato la gestione del processo delle Dosi Unitarie Personalizzate nel rispetto del Disciplinare Tecnico dello Studio EmmEffe (validato da Rina). Anche l’assessore alla Sanità della Regione Liguria, Massimo Nicolò, ricordando l’alto tasso di anziani residenti, ha sottolineato l’importanza dell’adozione di strumenti che consentano, da una parte, di aumentare la sicurezza e dall’altra di attivare al più presto un tavolo nazionale di confronto. Anche perché a questi temi è fortemente associato anche quello dell’aderenza terapeutica, basti pensare che secondo l’Oms oltre il 50% dei pazienti non segue correttamente le terapie per le malattie croniche, con le conseguenze negative che ciò comporta sul sistema sanitario generale.«Affrontare il tema dell’aderenza terapeutica e del deblistering significa aprire una riflessione più ampia sull’organizzazione delle Rsa, sul benessere degli ospiti e sulle condizioni di lavoro degli operatori sanitari. È fondamentale che il settore possa confrontarsi apertamente su come rendere sempre più sicuro ed efficiente il sistema di gestione della terapia farmacologica nelle strutture assistenziali», ha commentato Luca Pallavicini , presidente nazionale di Confcommercio Salute, Sanità e Cura (che riunisce 3.300 aziende in Italia) e che ha organizzato il convegno.
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