Comitato Pellerina si dice costretto a ricorrere al Tar contro costruzione nuovo ospedale

Lamentata l'assenza del difensore civico dalla Commissione che doveva decidere sul referendum

Anna Bosco 29/10/2024
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Il Comitato Salviamo la Pellerina si dice «costretto a ricorrere al Tar» per la scelta di localizzare il nuovo ospedale della zona Nord-Ovest della città in un'area del parco della Pellerina. Il comitato ricorda di essere nato per «la grossa mobilitazione popolare, contraria alla scelta», che aveva «portato alla raccolta delle firme necessarie per presentare dapprima una petizione, poi una delibera consiliare di iniziativa popolare e successivamente alla richiesta di un primo referendum propositivo vincolante bocciato dalla commissione comunale preposta al vaglio del testo referendario».

Spiega poi che, «anche con il supporto dei consiglieri comunali Valentina Sganga e Andrea Russi e dell'associazione Generazioni Future, sono state raccolte oltre 1.700 sottoscrizioni per un secondo referendum».

«La politicizzata commissione chiamata a giudicarlo, senza la presenza del difensore civico, unico rappresentante dei cittadini previsto nello Statuto comunale - sostiene il comitato - lo ha bocciato».

«Abbiamo sempre considerato questa scelta amministrativa sbagliata, soprattutto data la presenza di reali alternative - prosegue il comitato - come ad esempio l'area Thyssen o di quella a minor impatto quale l'area dove oggi sorgono l'Amedeo di Savoia e Birago di Vische. Tale area venne già valutata per il rifacimento dei due ospedali, fino a giungere a un progetto esecutivo».

Elenca poi vantaggi come assenza di necessità di variare il piano regolatore, una migliore classe acustica, la presenza di infrastrutture pubbliche, la proprietà già regionale e la maggiore facilità A controllare virus in caso di pandemia, essendo l'area isolata dal fiume Dora e connessa alla città solo su corso Svizzera, infine il minor consumo di suolo. «Crediamo che ciò debba essere valutato anche dagli organi della giustizia amministrativa e contabile - conclude il comitato - e che per la tutela del patrimonio ambientale comune e nell'interesse delle generazioni future, l'attuale amministrazione abbia l'obbligo di adottare la reale migliore scelta, recuperando il progetto esecutivo e lo studio di fattibilità già realizzati, pagati circa 2 milioni di euro, spostando la scelta progettuale nell'attuale area dell'Amedeo di Savoia, attraverso l'istituto dell'autotutela, anziché continuare a prendere in giro i cittadini, coinvolgendoli solo nella fase finale della progettazione». 

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