Arona e il Teatro sociale, spettacolo, cultura e società 1841-1954

Lo studio si propone di far rivivere una realtà che sta inesorabilmente e in modo ingeneroso sparendo dalla memoria collettiva della città

02/01/2025
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Il Teatro Sociale è stato per Arona molto di più che un luogo di cultura o di divertimento: non ha ospitato esclusivamente rappresentazioni di opere liriche, drammi, commedie, concerti e accademie di canto. Per più di mezzo secolo ha infatti fornito anche la platea per i tradizionali veglioni di Carnevale e il palco per dibattiti politici, conferenze, celebrazioni, eventi mondani, riunioni di associazioni, congressi e non solo. Questo studio si propone di far rivivere una realtà che sta inesorabilmente e in modo ingeneroso sparendo dalla memoria collettiva della città, sebbene abbia rappresentato per almeno cinque generazioni di aronesi un cuore pulsante di vita. Intende, cioè, restituire con immagini e documenti un passato e un patrimonio che si stenta a credere abbiano potuto caratterizzare così profondamente la società e la comunità aronese tra Otto e Novecento. 

L’EPOCA 

Inaugurato nel 1843, in piena Restaurazione, epoca d’oro per la vita teatrale in Italia, il Sociale di Arona attraversò più di un secolo di alterne vicende: al centro dell’intrattenimento cittadino per i ceti medio-alti durante l’Ottocento, nel secolo successivo iniziò ad avvertire non solo la concorrenza di altre forme di spettacolo, prima fra tutte il cinema, ma anche il rapido invecchiamento dell’impostazione originaria di consorzio fra poche famiglie agiate per la gestione di un ristretto canone di eventi. I tentativi di “rilancio” e la ricerca di nuove formule per un pubblico più ampio a dire il vero non mancarono nei primi decenni del Novecento, fino all’inevitabile resa, nel secondo dopoguerra, alle mutate condizioni della società circostante. 

L’AUTORE 

Giovanni Di Bella. Classe 1948. Laureato in lettere classiche, docente fino al 2006, è cultore di storia locale del basso Verbano, sponda lombarda compresa. Tra le sue pubblicazioni: Testimonianze e ricordi. 60° della Liberazione (2005), La Vetreria Operaia di Sesto (2006), Il Dopolavoro «Savoia Marchetti» (2010), La Nautica di Arona (2012) e, insieme a Giacomo Fiori, Hospitalis Aronæ (1998). Con Compagnia della Rocca ha mandato in stampa Alla riscoperta di Carlo Bini(2013),Arona e la Grande Guerra (2015) e Due anni negli Stammlager (2020). Negli ultimi anni ha inoltre alternato il ruolo di divulgatore di storia del territorio aronese (collaborazioni con l’Unitre di Arona, con il gruppo Fai Lago-Alto Novarese e l’associazione Amici della Rocca) con quello di autore di contributi per le riviste «Verbanus. Rassegna per la cultura, l’arte e la storia del lago» e «Antiquarium Medionovarese» del Gasma, Gruppo storico mineralogico archeologico aronese. 

INFORMAZIONI GENERALI

Autore Giovanni Di Bella;

Compagnia della Rocca Edizioni, Oleggio Castello, 2024;

Collana: Collezione «I Quaranta»;

Pagine: 548, illustrato, rilegato; 

Genere: saggistica;

Euro 40,00.

 


 

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