NOVARA Il 19 aprile si è tenuta a Novara la cerimonia “Inter Bonos Meliores”, con cui l’Università del Piemonte Orientale ha celebrato le migliori laureate e i migliori laureati dell’anno accademico 2021/2022.
UPO ha così sottolineato i risultati accademici delle laureate e dei laureati e celebrato i nuovi professori emeriti (Pier Luigi Canonico, già ordinario di Farmacologia e Anna Maria Carabelli, già ordinaria di Economia politica) e onorari (Pier Luigi Ferrari, già ordinario di Matematiche complementari).
Sono poi stati conferiti il premio “Giuseppe Dellacasa”, assegnato al laureato o alla laureata che abbia dimostrato la maggiore originalità nella sua tesi di ricerca, e il premio “Francesco Malinverni”, assegnato un al laureato o alla laureata che si sia particolarmente distinto/a nelle discipline internistiche.
In collaborazione con l’associazione UPO Alumni sono stati consegnati altri 7 premi speciali: il premio “Eugenio Inglese”, intitolato alla memoria del professor Inglese e assegnato dall’associazione UPO Alumni alla miglior tesi sulla pandemia da Covid 19, non solo in ambito medico-sanitario, ma anche sociale e/o economico. Due premi “Fondo Enrico Badà”, costituiti grazie al fondo erogativo in Fondazione Comunità Novarese onlus nel 2021, in memoria dell’imprenditore e fondatore di Studio Badà e CL System Informatica, per le migliori tesi di laurea triennale e magistrale aventi come argomento principale il diritto del lavoro o l’organizzazione del lavoro. Quattro premi di laurea “Università della Terza Età Novara”, istituiti per ringraziare UPO per l’ospitalità dei propri corsi nelle sedi novaresi.
L'ospite d’onore di Inter Bonos Meliores è stato il dottor Cristiano Leone, manager culturale e presidente della Fondazione Santa Maria della Scala di Siena, che ha dedicato il suo intervento (“All the world’s a stage”), al valore delle arti performative e alla riscoperta dell'essere umano in un contesto globalizzato come quello che viviamo oggi. «Sarà forse il caso – ha detto Cristiano Leone in uno dei passaggi più significativi del suo intervento – di tornare alle nostre radici, simboliche, identitarie, affinché sia chiaro che la macchina debba essere al servizio dell’essere umano. Ma, per questo, sono necessari almeno due accorgimenti: da un lato bisogna conoscere la macchina, saperne individuare il potenziale applicativo per i nostri scopi, e dall’altro – accorgimento capitale direi – occorre approfondire tutto ciò che ci caratterizza come essere umani. In quest’ottica la lezione del performativo è chiara: l’umanità è relazionale, essa dispiega la sua forza nell’unione degli individui, in quello che io definisco il “principio di reciprocità”, che lega indissolubilmente le persone, tanto materialmente che simbolicamente.»
«Inter Bonos Meliores rappresenta per noi un evento importante perché sottolinea pubblicamente le carriere accademiche delle nostre laureate e dei nostri laureati migliori – ha detto il rettore Gian Carlo Avanzi –. È un riconoscimento che solitamente conferiamo durante le inaugurazioni dell’anno accademico e che quest’anno abbiamo solo rimandato per snellire la cerimonia di inizio anno a cui ha preso parte il Presidente Sergio Mattarella, che pure si è complimentato per la qualità dei risultati ottenuti dall’UPO e dai suoi laureati nei ranking nazionali citando le classifiche di AlmaLaurea. Crediamo che premiare il merito e gli sforzi compiuti dai nostri giovani sia un gesto significativo anche per le famiglie che hanno creduto in loro e che li hanno sostenuti nel loro percorso. Inter Bonos Meliores è stato un modo per restituire, sottoforma di gioia condivisa, parte di quella fiducia viene riposta in noi per ottenere una formazione universitaria all’altezza delle sfide di una società che cambia molto in fretta. Vorrei poi rinnovare pubblicamente il ringraziamento ai nostri professori emeriti, Pier Luigi Canonico e Anna Maria Carabelli, e al professore onorario Pier Luigi Ferrari, per avere condiviso con l’Università del Piemonte Orientale una parte così importante della loro prestigiosa carriera accademica. Se oggi siamo ciò che ci viene riconosciuto è anche merito di una docenza di alto livello che ha saputo intessere relazioni fruttuoso con il territorio e con i centri di ricerca in Italia e all’estero.»