Savona laboratorio per la Giustizia

FdI ha organizzato la prima tavola rotonda nazionale sulla riforma del governo Meloni

Vittorio Magni 02/12/2025
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Il ministro Nordio in collegamento
Savona si conferma capofila della giustizia ligure e laboratorio nazionale per la riforma voluta dal Governo Meloni. Ieri, nella Sala Levante del Mare Hotel, si è svolta la prima tavola rotonda nazionale sulla riforma della giustizia, promossa dal Coordinamento Regionale di Fratelli d’Italia in collaborazione con il Coordinamento Cittadino di Savona. La città rappresenta un presidio strategico per magistrati, avvocati e operatori del settore, confermando il ruolo di Savona come punto di riferimento per legalità e ordine pubblico. L’apertura dei lavori è stata affidata a Matteo Rosso, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, che ha sottolineato la necessità di rendere il sistema giudiziario più ordinato, efficiente e vicino ai cittadini. Nei saluti iniziali, il coordinatore cittadino Matteo Debenedetti, l’assessore regionale Luca Lombardi e il presidente del Consiglio regionale Stefano Balleari hanno ribadito l’urgenza di tempi certi e regole chiare per cittadini e operatori del diritto.
Il momento centrale della mattinata è stato il collegamento con il ministro della Giustizia Carlo Nordio, che ha ripercorso l’evoluzione del processo accusatorio introdotto negli anni Ottanta e ha spiegato come la riforma attuale completi un quadro rimasto incompiuto per decenni. Nordio ha invitato a un approccio tecnico e responsabile nella fase referendaria, avvertendo che semplificazioni rischierebbero di distorcere l’obiettivo di un sistema giudiziario rapido, imparziale e trasparente. Il senatore Gianni Berrino, componente della Commissione Giustizia del Senato, ha evidenziato l’importanza della separazione delle carriere, passaggio fondamentale per garantire autonomia e imparzialità della magistratura. Concetti condivisi dal magistrato e docente universitario Alberto Landolfi, secondo cui una parte significativa della magistratura sostiene la riforma, e dall’ex procuratore capo a Genova e Savona Vincenzo Scolastico, che ha richiamato l’esigenza di uniformare criteri e procedure, evitando disparità territoriali e discrezionalità. 
Dal mondo forense sono arrivati interventi concreti: l’avvocato Simona Carrera ha sottolineato gli squilibri fra accusa e difesa che spesso penalizzano il cittadino; Giambattista Petrella ha ricordato il primato del codice penale come riferimento chiaro per il giudice; Alberto Bonifacino ha posto l’accento sulla parità delle armi processuali, uno dei temi più sentiti dagli operatori del diritto.
Il dirigente Gianfranco Crocco ha collegato giustizia e sicurezza, evidenziando come un sistema giudiziario lento metta a rischio la tutela dei cittadini e la credibilità dello Stato, sottolineando il legame diretto tra efficienza giudiziaria e ordine pubblico. All’incontro hanno partecipato anche rappresentanti provinciali di Lega e Forza Italia, insieme ai circoli territoriali di Fratelli d’Italia, a conferma della compattezza del centrodestra su una riforma considerata essenziale per l’equilibrio istituzionale del Paese. Moderata dall’avvocato Vittorio Savona, la mattinata si è conclusa in un clima di forte partecipazione, aprendo un percorso di approfondimento territoriale che riporta la riforma della giustizia al centro del dibattito pubblico. La riforma, già approvata dal Parlamento con ampia maggioranza, attende ora il referendum confermativo previsto per la primavera 2026. Tra i punti principali: la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri con percorsi professionali distinti; due organi di autogoverno separati (due Csm), uno per i giudici e uno per i magistrati requirenti (o pubblici ministeri), per evitare conflitti di interesse; e una nuova autorità disciplinare indipendente, con membri «laici» per garantire trasparenza e imparzialità. L’obiettivo è rafforzare la fiducia dei cittadini nella giustizia, ridurre la politicizzazione della magistratura e garantire tempi certi, equità processuale e sicurezza. Molti esperti e magistrati guardano alla riforma con favore, riconoscendo il valore storico di una separazione che evita sovrapposizioni fra chi indaga e chi giudica. La riforma Nordio-Meloni, se confermata dal referendum, segnerà un punto di svolta storico per la giustizia italiana, assicurando finalmente tempi certi, imparzialità dei magistrati e una maggiore protezione per i cittadini.
Direttore: DIEGO RUBERO
AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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