Ogni giorno la sinistra fa in modo di ribadire al suo candidato Andrea Orlando che non può pensare di fare ciò che crede e deve sottostare alla linea del «no» a tutto dettata dal M5S e da Alleanza Verdi Sinistra. Quella che ha dato un posto a Ferruccio Sansa, orfano della sua lista nata quattro anni fa quando sfidò Toti per la presidenza della Regione.
È proprio l’ex candidato governatore ad alimentare la polemica e lo fa con un’intervista al Foglio, nella quale ribadisce la contrarietà alle grandi opere attese dalla Liguria, la Gronda ma non solo. Quando si parla di infrastrutture risponde che pensa a quelle immateriali, alle reti e alle connessi digitali.
Inevitabile e immediata arriva la presa di posizione di Italia Viva, cacciata dal campo largo proprio per i veti del M5S e di Avs. I renziani, soprattutto, non hanno mai fatto sconti a Orlando e alla sua coalizione sulla parte programmatica. Al contrario di Azione, che a parole ha detto di volere garanzie sulle infrastrutture, poi ha abbassato la testa ed è rimasta nel gruppone dei sostenitori della sinistra.
«Sansa sul Foglio ci spiega perché nel programma di Orlando mancano le opere infrastrutturali principali. Sansa è contrario al progetto della Gronda che vuole rivedere facendone solo metà - interviene Eugenio Musso, presidente Italia Viva Liguria -. Sono stati giorni di fuoco e passione sulle autostrade liguri con incidenti anche mortali ma per la sinistra radicale le opere non vanno realizzate. Il problema è che Orlando anziché smentirlo, tace dimostrando che la coalizione è a trazione Bonelli, Fratoianni, Sansa e Cofferati. La Gronda va fatta, il governo semmai va incalzato sui finanziamenti. Chi lavora, studia e vuole curarsi ha il diritto di muoversi in autostrade moderne e non pericolose. Rinnegare il lavoro fatto anche da Claudio Burlando, è l’immagine più nitida del fatto che i riformisti nella coalizione Orlando non ci sono mentre abbondano i massimalisti».
Un centrosinistra senza centro, che dovrebbe essere rappresentato da coloro che fino a pochi mesi fa erano d’altra parte esponenti e dirigenti storici del Pd, già eletti nelle fila della sinistra, passati poi al partito di Calenda, dal quale infatti sono poi usciti importati nomi di moderati. Tanto a livello nazionale, quanto in Liguria.
Il tutto mentre proprio Bucci rilancia sull’importanza di puntare sulla Blue Economy e sulle infrastrutture necessarie anche al suo sviluppo. «Tra il dire e il fare c’è di mezzo Orlando. Dal mare al fare ci pensa Bucci. È l’impegno che mi prendo con i liguri. Abbiamo una risorsa unica che è il nostro mare, dobbiamo sfruttarla e farla rendere, realizzando opere e riorganizzando processi», incalza il candidato del centrodestra.