Di simile hanno la lunghezza (56 pagine quello di Andrea Orlando, 48 quello di Marco Bucci) e la suddivisione in macrotemi (5 per Bucci, 7 per Orlando) che iniziano tutti con lo stesso soggetto: «la Liguria».
Il «temone» e lo schema
Per il resto i due programmi elettorali sono tra loro distanti anni luce come i due principali candidati. La prima differenza che balza agli occhi è l’impostazione. Quello di Orlando è descrittivo, ad ogni concetto dedica premesse, considerazioni, aggettivi, relative, aperte e chiuse parentesi, incisi su temi nazionali e internazionali. Quello di Bucci è fatto di slide a punti, una riga per argomento, soggetto predicato e complemento oggetto quando si dilunga. Inevitabilmente, data la parità di spazio, il secondo affronta infinitamente molti più temi.
Il risultato d’impatto è che in quello del centrodestra si trovano subito gli argomenti, si capiscono gli impegni, al più manca la ricetta che si pensa di seguire per raggiungere lo scopo. Nel programma del centrosinistra che vorrebbe spiegare le proposte, il rischio (a volte sembra quasi si tratti di un obiettivo) è quello di far perdere il filo a chi legge, arrivando alla fine della pagina senza aver capito la proposta.
Passato o futuro?
L’altra grande differenza che non può non notarsi, e che effettivamente conferma la linea scelta dai due candidati in questa prima parte di campagna elettorale, è il tempo dei verbi, dei concetti. Bucci non guarda mai al passato, l’unica cosa che concede è l’uso - comunque sottinteso - di numerose soluzioni e pratiche già adottate dalla precedente amministrazione Toti e ritenute efficaci, positive.Quindi da «confermare, potenziare, sviluppare, implementare». Per il resto tutto riguarda ciò che verrà fatto.
Orlando chiarisce fin dal capitolo della sanità, il primo del programma dopo introduzione e considerazioni generali, quella che è la sua impostazione: «Il fallimento del modello Toti si evince plasticamente dagli effetti del suo governo sulla sanità ligure». La base di ogni azione nasce dal no a quello che c’è. La Liguria è «divisa, frammentata, manca di obiettivi, ha un’economia sempre più stagnante». Insomma, toglietemi tutto ma non il mio Toti. Senza di lui sembra che il programma della sinistra non si potesse scrivere, tanto che il concetto torna: «Al modello di governo di questi anni ne contrapponiamo uno radicalmente opposto».
La sicurezza è la diversità
Ci sono temi che affronta solo il centrosinistra (dal reddito di cittadinanza smart al salario minimo, senza dimenticare l’immancabile appello antifascista) altri che compaiono solo nel programma di centrodestra (caccia e pesca, cantieristica, nautica da diporto). Ma i paragrafi dedicati allo stesso argomento segnano le grandi differenze. Come viene declinata la sicurezza, ad esempio.
Per Marco Bucci fa parte della «Liguria del benessere», di uno di quei diritti primari dei cittadini. E per garantirla occorrono «incentivi all’istallazione di telecamere di sorveglianza, sistemi di illuminazione e altre tecnologie per la sicurezza cittadina nei centri storici e nelle periferie; incentivi all’acquisto di dotazioni individuali e di nuove tecnologie per la dotazione dei corpi di polizia municipale». Strumenti utili a contrastare chi delinque, da affiancare a politiche di prevenzione anche là dove la criminalità ha terreno più fertile. E non c’è reticenza nel citare le strutture di accoglienza per cittadini minori non accompagnati e le comunità straniere, che vanno «aiutate nella prevenzione e nella denuncia di situazioni di degrado, marginalità sociale e criminalità».
Orlando ribalta il problema. La colpa è della società. «Il rischio di politiche di sicurezza urbana di mera repressione e di contrasto generano, però, effetti opposti a quelli attesi: i soggetti più bisognosi di inclusione, rischiano di essere oggetto di emarginazione e più inclini ad azioni criminose, aumentando i divari sociali». Il candidato del centrosinistra cita gli esempi di «Francia e Gran Bretagna, i paesi più evoluti dal punto di vista normativo e applicativo in materia di sicurezza urbana». A dire il vero, evoluzione normativa e risultato in termini di sicurezza non sono esattamente sinonimi. E immaginare Genova sicura sul modello raggiunto nelle banlieu francesi pur di non fare repressione è un programma quantomeno coraggioso. Quanto alla Gran Bretagna, Orlando forse dimentica che l’evoluzione normativa da lui tanto apprezzata, ha già registrato una forte inversione di marcia visto l’esponenziale aumento della criminalità. Negli anni 2023/24, i fondi destinati alla «London Metropolitan Police» sono aumentati, ed ammontano a circa 4.53 miliardi di sterline, inoltre sono stati incrementati gli organici.
Agenzia turistica
Ci sono anche punti di contatto o comunque con proposte coincidenti nei due programmi. Curioso è il fatto ad esempio che per il turismo entrambi citino la necessità di puntare sull’istituzione di DMO (DestinationManagement Organization). Orlando lamenta il fatto che siano state fatte ovunque nelle altre regioni (Veneto, Piemonte, Emilia-Romagna). Bucci sceglie una linea più indefinita parando di «supporto ai territori nella creazione di DMO». Il fatto è che ad esempio in Liguria una Dmo esiste, creata nel 2018 dalla Camera di Commercio Riviere di Liguria. I due tornano a dividersi parlando di promozione. Con Orlando che attacca le iniziative di Toti (Capodanni in piazza, scivoli e mortai gonfiabili) che hanno portato ad anni di record di presenze, e Bucci che sostiene «piani di marketing regionali che guidino gli sforzi del territorio».
Conta il risultato. O no?
A voler scegliere un paradigma delle due Regioni immaginate dai contendenti, vale la pena selezionare due frasi. Bucci: «Azioni di efficientamento delle Agenzie regionali e delle Società Partecipate». Orlando: «Serve anche una precisa volontà politica che promuova, all’interno dell’amministrazione, la valutazione dei risultati non come un obbligo, ma come elemento centrale di un più ampio processo di apprendimento, fatto di prove ed errori». Bucci si propone come l’uomo del fare, Orlando come quello del fare per bene. Ma se non lo si fa bene pazienza, raggiungere il risultato non è un obbligo.