Delitto del trapano, rilevati 52 tamponi con possibili tracce di DNA

Indagini a tutto campo sull'omicidio dell'infermiera e prostituta Luigia Borrelli massacrata nel 1995 a Genova

27/07/2025
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Novità importanti per chiarire il cosiddetto "delitto del trapano", l'omicidio dell'infermiera e prostituta Luigia Borrelli massacrata nel 1995 nel basso di vico Indoratori a Genova, potrebbe essere a una svolta decisiva. Sono stati rilevati 52 tamponi con possibili tracce di DNA sull'arma del delitto – il trapano trovato ancora conficcato nel collo della vittima – che potrebbero essere comparate con il profilo genetico di Fortunato Verduci, 65 anni, il carrozziere sospettato di essere l'autore. A maggio, la pm Patrizia Petruzziello aveva richiesto un nuovo incidente probatorio proprio per tentare di estrarre, alla luce delle più recenti tecniche scientifiche, elementi utili dal trapano e dal filo elettrico che finora non avevano mai rivelato nulla di significativo. Per questa nuova fase d'indagine, la Procura ha incaricato il generale Luciano Garofalo, già ex comandante dei RIS di Parma. Gli avvocati difensori di Verduci, Emanuele Canepa e Andrea Volpe, hanno nominato il genetista Paolo Fattorini dell'Università di Trieste. L'avvocata Rachele De Stefani, che assiste la figlia della vittima, ha confermato il dattiloscopista Nicola Caprioli. È interessante notare come il caso Borrelli si intrecci con quello di Garlasco: Nicola Caprioli ha stilato la nuova consulenza che, nel caso Garlasco, ha individuato l'impronta trovata sulle scale accanto al corpo di Chiara Poggi, impronta che la Procura di Pavia attribuisce al nuovo indagato Andrea Sempio. Parallelamente, il generale Garofalo è consulente proprio del nuovo sospettato nell'omicidio di Chiara Poggi. Nonostante i "granitici indizi" rilevati, Fortunato Verduci è attualmente un uomo libero. Sia il GIP, sia il Riesame, sia la Cassazione hanno respinto la richiesta di arresto avanzata dalla Procura, tenendo conto del tempo trascorso (oltre 30 anni dal delitto). Il carrozziere era stato individuato grazie al DNA estratto da una macchia di sangue rinvenuta sulla scena del crimine, il cui profilo era risultato compatibile con quello di un suo lontano parente, attualmente detenuto nel carcere di Brescia. Secondo l'accusa, Verduci, afflitto da ludopatia e sommerso dai debiti, avrebbe ucciso Luigia Borrelli per rapinarla, dopo averla brutalmente picchiata. Con i nuovi risultati delle analisi, la Procura dovrebbe chiudere le indagini, presumibilmente non prima di ottobre, portando il caso verso i prossimi sviluppi giudiziari.
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AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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