Azzardo on line, l'impennata nei piccoli Comuni

Un’indagine nazionale rileva che è necessario indagare la portata del fenomeno. Il caso Porto Venere dove si spendono 8.260 euro pro capite

Monica Bottino 23/02/2025
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Tra i danni fatti dalla pandemia Covid c’è senz’altro anche l’impennata nel numero dei giocatori d’azzardo on line. Lo confermano i dati, rilanciati recentemente dai giovani ricercatori del sito giocoresponsabile.info, una piattaforma dedicata all’analisi approfondita e alla sensibilizzazione sul fenomeno del gioco d’azzardo online in Italia. Un fenomeno in aumento soprattutto nei piccoli Comuni italiani, dove l’interesse del la scommessa nei casinò virtuali sembra avere preso campo in maniera, talvolta incontrollata. Nel 2023, infatti, la raccolta complessiva dell’azzardo ha toccato i 150 miliardi di euro, superando il 7% del Pil nazionale. La raccolta media pro capite è salita a 2.996 euro, una cifra enorme, che ha senz’altro un peso sulle famiglie dei giocatori. «Ci sono alcune anomalie che dobbiamo valutare - dicono gli esperti del sito di ricerca - vale alcune anomalie: 43 dei 50 comuni con la spesa più elevata hanno meno di 10.000 abitanti, con cifre record come i 13.073 euro pro capite di Anguillara Veneta (Padova), ma nella top ten c’è anche Porto Venere, nelle Cinque Terre che ha una popolazione di 3.500 persone e una spesa pro capite del gioco on line di 8.260 euro». L’analisi dei numeri ci dice anche che «sebbene il Sud sia noto per i problemi legati al gioco e alla criminalità organizzata, anche regioni del Nord come Padova e Brescia mostrano dati sopra la media. Ma anche alcune località turistiche mostrano spese elevate..  suggerendo un intreccio tra economia turistica e azzardo online». I numeri sono quindi da indagare, e suggeriscono potenziali distorsioni e la necessità di un approfondimento sul contesto locale e sulle dinamiche sottostanti. «L’incremento dell’azzardo online nei piccoli comuni è un segnale d’allarme che richiede risposte concrete. Non è realistico vietare il gioco, ma è fondamentale contenerne l’impatto attraverso politiche nazionali e locali che considerino non solo le entrate fiscali, ma anche i costi sociali e sanitari».
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AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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