Un detenuto "in trasferta" tiene in scacco il carcere di Sanremo

Ancora disordini provocati da un galeotto trasferito da un penitenziario lombardo è rimasto fuori tutta la notte dalla cella armato di coltello

26/08/2024
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Nella notte tra sabato e domenica, un detenuto di origine magrebina, rinchiuso nella Terza Sezione del carcere di Sanremo, si è rifiutato di rientrare in cella, restando 
praticamente tutta la notte in corridoio (con 50 detenuti presenti ), mentre all’interno della Casa Circondariale i  detenuti  presenti  sono  266  a fronte di una capienza di 223 - il    
detenuto era completamente ubriaco e armato di una lama artigianale, con la quale ha tentato di colpire altri detenuti che invece erano all’interno delle celle. A raccontare quanto accaduto è Fabio Pagani , segretario della Uilpa Polizia Penitenziaria.  «Quanto accaduto secondo la ricostruzione che ci è pervenuta, acclara che di fatto il controllo delle carceri è in mano alla criminalità, da tempo lo denunciamo a Sanremo e specialmente in quella Terza Sezione, che in qualsiasi momento può portare a termine i propri disegni criminosi, a prescindere dal diuturno impegno che, con profonda abnegazione, viene garantito dalle donne e dagli uomini del corpo di Polizia penitenziaria, che anche in questa situazione si è trattenuta  in servizio per fronteggiare tale grave criticità e pronta ad intervenire», aggiunge Pagani.
E ancora una volta a scatenare i problemi peggiori è un detenuto di «importazione», mandato a scontare la pena in Liguria da un penitenziario lobardo dove aveva già causato problemi di sicurezza.
Il detenuto è rientrato in cella solo alle ore 9 di domenica mattina , rimanendo fuori per ben 12 ore. Nei giorni scorsi, lo stesso era già stato autore a Sanremo della distruzione di telecamere e vetri. «Quanto sta accadendo è palesemente l’effetto dello stato di abbandono sostanziale in cui continuano a versare le carceri e i detenuti e a pagarne le spese, oltre a questi ultimi, è il corpo di Polizia penitenziaria che sconta le pene dell’inferno per la sola colpa di essere al servizio dello Stato - è lo sfogo del rappresentante degli agenti -. Ormai si va al lavoro e non si sa quando e come se ne uscirà. Turni interminabili, aggressioni (sono state oltre 2.000 dall’inizio dell’anno), rivolte, disordini e, quando va bene, un procedimento penale e uno disciplinare da subire».
«Ci auguriamo che il Governo voglia prenderne compiutamente atto prima che il sistema  tracolli definitivamente   con   conseguenze   inimmaginabili», conclude il rappresentante della Uilpa, che ricorda i numeri dell’emergenza carceri in Liguria e a livello nazionale.
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AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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