“Servono certezze per far decollare il Colombo”

La Fit Cisl chiede conferme e un piano strategico per difendere i 170 lavoratori

20/09/2025
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L’aeroporto Cristoforo Colombo di Genova si trova oggi a un bivio cruciale. Dopo anni di crescita costante, che nel 2025 si traduce in un aumento del traffico passeggeri del 12% rispetto all’anno precedente e oltre 1,3 milioni di utenti nei primi otto mesi, il futuro dello scalo appare però segnato da incertezze e problemi strutturali irrisolti. Se da un lato la domanda cresce e conferma il ruolo strategico dell’aeroporto per la Liguria e l’intero Nord-Ovest, dall’altro persistono criticità gestionali e infrastrutturali che mettono a rischio non solo il consolidamento di questi risultati, ma anche la tenuta occupazionale e lo sviluppo economico della regione. Al centro di questa complessa situazione ci sono oltre 170 lavoratori diretti, figure chiave che rappresentano il cuore pulsante dell’aeroporto e che oggi, più che mai, chiedono certezze e un piano industriale serio per il futuro del Cristoforo Colombo.
Nonostante l’implementazione di importanti interventi strutturali, tra cui l’ampliamento dell’area terminal, voluto e portato avanti negli anni precedenti con il sostegno delle istituzioni locali e regionali, i problemi di fondo restano irrisolti. La rampa di accesso per chi arriva da Genova, chiusa da maggio per lavori di manutenzione che tardano a concludersi, è l’emblema di una situazione che rischia di penalizzare pesantemente l’esperienza degli utenti e l’operatività dello scalo. Per raggiungere l’aeroporto, infatti, passeggeri e operatori devono affrontare veri e propri percorsi tortuosi, un “gioco dell’oca” che non si concilia con l’immagine di efficienza e modernità che Genova vorrebbe proiettare.
Sul fronte della governance, la recente nomina di un direttore commerciale rappresenta un segnale positivo e testimonia la volontà di rafforzare la promozione dello scalo e ampliare l’offerta voli. RESTA IL NODO DEL COLLEGAMENTO CON ROMA, IMPRATICABILE PER I COSTI STELLARI , CHE NON SONO ALLA PORTATA DI TUTTI. DUNQUE, il percorso verso un rilancio concreto è ancora lungo e richiede un dialogo costante con le parti sociali e le istituzioni locali per definire una strategia condivisa, capace di attrarre nuove rotte e compagnie aeree. La concorrenza di aeroporti più grandi e meglio collegati come Milano Malpensa, Torino Caselle o persino scali esteri resta una minaccia reale, con il rischio che i genovesi continuino a spostarsi altrove per trovare voli più convenienti o diretti.
In questo contesto, la Fit Cisl Liguria SI CANDIDA COME come interlocutore imprescindibile e protagonista nella difesa dei lavoratori e nella costruzione di un modello di sviluppo sostenibile per l’aeroporto. Raffaele Lupia, responsabile Fit Cisl per l’aeroporto di Genova, mette in chiaro le priorità: “Siamo in attesa di un piano industriale serio e chiaro, perché non possiamo più permetterci di navigare a vista. Serve una visione a lungo termine che consolidi la crescita del traffico e preveda investimenti strutturali, miglioramenti organizzativi e un rafforzamento della rete di collegamenti”. Per Lupia, la tutela della sicurezza occupazionale e il miglioramento della qualità del servizio sono due facce della stessa medaglia indispensabile per mantenere e accrescere la competitività dello scalo.
I circa 170 lavoratori impiegati direttamente nel Cristoforo Colombo rappresentano il vero motore dello scalo e la Fit Cisl si impegna quotidianamente per garantire la tutela dei loro diritti, condizioni di lavoro e opportunità di crescita professionale. “Il capitale umano è un patrimonio insostituibile”, sottolinea Lupia, “e deve essere coinvolto attivamente nelle scelte strategiche che disegneranno il futuro dell’aeroporto”.
L’importanza dell’aeroporto per Genova e per la Liguria va ben oltre la mera funzione di punto di transito per turismo e affari. Il Cristoforo Colombo rappresenta una leva fondamentale per l’attrattività economica del territorio, un volano per l’occupazione e lo sviluppo industriale. Ogni ritardo o decisione sbagliata rischia quindi di avere ripercussioni pesanti sull’immagine e sulla capacità competitiva della città e della regione a livello nazionale e internazionale. Il recente declassamento dello scalo a livello nazionale, che ha provocato un danno d’immagine non indifferente, è un campanello d’allarme che non può essere ignorato.
In un momento storico in cui il settore del trasporto aereo è attraversato da profonde trasformazioni, con nuove tecnologie, una maggiore attenzione alla sostenibilità ambientale e la necessità di allinearsi a standard internazionali sempre più rigorosi, Genova deve alzare l’asticella. Serve una governance solida, una programmazione puntuale e il pieno coinvolgimento di istituzioni, imprese e organizzazioni sindacali. Solo così l’aeroporto potrà non solo mantenere il passo ma diventare un modello di riferimento.
Direttore: DIEGO RUBERO
AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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