Scontro in consiglio comunale a Genova

Il minuto di silenzio per Charlie Kirk spacca l’aula. La frase choc di un consigliere Pd infiamma il clima

r.g. 18/09/2025
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Il consiglio comunale di Genova si è trasformato in un campo di battaglia politico dopo che i consiglieri di centrodestra hanno deciso di osservare autonomamente un minuto di silenzio in memoria di Charlie Kirk, l’attivista conservatore americano ucciso lo scorso 10 settembre nello Utah. Il gesto è arrivato nonostante la commemorazione fosse stata bocciata in conferenza dei capigruppo e il presidente del consiglio non avesse dato l’autorizzazione formale.
Il centrodestra ha voluto comunque procedere, esponendo fogli con la celebre frase di Kirk: “Prove me wrong”. Un’iniziativa che ha subito innescato la reazione della maggioranza, accusata dal centrodestra di voler “mettere il bavaglio” al dibattito e impedire un semplice gesto di pietà umana. A far esplodere definitivamente la miccia è stata la risposta del consigliere del Pd, Claudio Chiarotti, al capogruppo di FdI Alessandra Bianchi: «Non dire cazzate, vi abbiamo già appeso per i piedi una volta». Una frase pronunciata fuori microfono ma chiaramente registrata dall’audio ufficiale del consiglio. Il riferimento diretto a piazzale Loreto ha suscitato indignazione e provocato l’immediata sospensione della seduta. Al rientro in aula, la sindaca Silvia Salis ha preso le distanze: «Il consigliere ha sbagliato, ha detto una cosa che non doveva dire. Mi dissocio completamente. È stato un errore grave». Chiarotti ha quindi chiesto pubblicamente scusa: «Ho mancato di rispetto alle istituzioni, e questo è ancora più grave. Le mie parole sono scappate in un momento di tensione, ma non c’era alcun intento personale verso i colleghi». Parole che non sono bastate a placare le critiche dell’opposizione. «Le scuse a livello personale sono accettabili, perché mi auguro che quelle del consigliere Chiarotti non fossero vere minacce — ha dichiarato Alessandra Bianchi — ma non possiamo accettare un clima come questo. L’odio moltiplica l’odio, e la violenza moltiplica la violenza, come ha ricordato il presidente Mattarella».
Tante le reazioni del centrodestra, a partire da Edoardo Rixi. Il viceministro delle Infrastrutture ha condannato fermamente l’episodio: «La Resistenza è un bene comune di tutti, la pietra miliare su cui si fonda la nostra democrazia. Chi la usa come un’arma di parte colpisce l’intera comunità. Le parole del consigliere Pd sono un oltraggio, evocano odio e intimidazione». Rixi ha poi aggiunto: «Chi oggi fa il moralizzatore esausto sui valori democratici e poi utilizza un linguaggio che richiama minacce e squadrismo verbale, non è diverso dai cattivi maestri di triste memoria». Da qui l’appello a tutte le forze politiche, «indipendentemente dal colore», affinché condannino «con chiarezza questo tipo di linguaggio: la democrazia non si difende con le minacce, ma con gesti concreti».
A rincarare la dose anche Ilaria Cavo, deputata e consigliera comunale per Noi Moderati-Orgoglio Genova, che ha parlato di parole “inascoltabili” e “violenza inaudita” da parte di Chiarotti: «Il centrosinistra predica bene ma razzola male. Se non fossero arrivate le scuse, avremmo dovuto chiederne le dimissioni. Chiediamo che tutta la maggioranza prenda le distanze, in modo netto». Cavo ha invitato a non minimizzare quanto accaduto e a non archiviare il caso come un semplice scivolone: «Espressioni del genere non si possono ripetere».
Ferma anche la presa di posizione del presidente del Consiglio regionale, Stefano Balleari, che ha espresso “ferma condanna” per le parole rivolte alla consigliera Alessandra Bianchi da parte di un esponente del Pd: «Parole frutto del clima di odio globale diffuso per motivi ideologici e propagandistici, lontani dalla realtà. Da presidente del Consiglio regionale, credo che il linguaggio e la buona educazione siano alla base del confronto democratico. Chi non rispetta queste buone regole, non è degno di stare in quell’aula». Anche la Lega, in consiglio comunale, chiede le dimissioni del consigliere Chiarotti. 
Lo scontro in aula si è allargato anche al merito della commemorazione di Kirk. Filippo Bruzzone, capogruppo della Lista Salis, ha definito l’iniziativa del centrodestra “illegittima” e contraria al regolamento comunale. Ma secondo Rixi, anche questo è un segnale preoccupante: «Abbiamo bisogno di rispetto reciproco. Se anche la morte viene strumentalizzata per attaccare l’avversario, allora siamo davvero a un punto di non ritorno. Il pluralismo non può essere selettivo».
La morte di Charlie Kirk ha scatenato reazioni politiche opposte, sia negli Stati Uniti sia in Italia. Attivista conservatore, fondatore di Turning Point USA, era noto per la sua retorica provocatoria e per il suo impegno sui campus americani in favore delle idee pro-life, contro il politicamente corretto e a sostegno della destra MAGA di Donald Trump. La sua uccisione, avvenuta durante un evento pubblico nello Utah per mano di un 22enne armato, ha riacceso il dibattito sulla radicalizzazione politica.
 
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