"Salis non distrugga il lavoro sul Regolamento per gli artisti di strada"
Il Comitato dei residenti del Centro Storico contro la proposta della candidata sindaco del Pd di rivedere il documento frutto di anni di confronto
Monica Bottino 24/04/2025
Loro dicono «no». Un «no» che suoni forte e chiaro come i concertini che erano abituati a sentire sotto le finestre a tutte le ore, gli altoparlanti, i microfoni dei cantanti e le fisarmoniche che ad ogni angolo battevano il tempo come in discoteca, o in una balera improvvisata per strada. Perché gli abitanti del centro storico di Genova, riuniti nel comitato che da anni si batte per migliorare le condizioni dei carruggi, per chi vi abita o vi lavora, quando hanno ascoltato le esternazioni della candidata del Pd Silvia Salis, si sono sentiti male. «Abbiamo letto con attenzione le dichiarazioni della candidata sindaco Silvia Salis, che ha annunciato l’intenzione di rivedere l’attuale Regolamento comunale sull’arte di strada - scrivono in una nota - Come Comitato Centro Storico, da anni rappresentiamo la voce di residenti e commercianti che vivono quotidianamente gli effetti del fenomeno. La nostra posizione è chiara: regolare non significa vietare, ma garantire una convivenza civile tra chi suona e chi abita, lavora, studia o semplicemente cerca riposo». L’attuale regolamento comunale, frutto di un lavoro molto lungo e condiviso, è stato approvato nel luglio 2024, «frutto di un lungo percorso partecipato - scrivono - che ha introdotto criteri oggettivi e limiti acustici fondamentali, in linea con la normativa nazionale e con quanto già avviene in molte altre città italiane. Ha finalmente riportato ordine in un fenomeno cresciuto senza controllo, che aveva trasformato le vie più delicate del centro storico in palcoscenici permanenti, con emissioni sonore spesso ben oltre i limiti di legge».
«Parlare oggi di “riscrivere il regolamento” e “ripopolare la città” con generici spazi creativi, senza chiarire come rispettare le norme esistenti, significa cancellare anni di lavoro e ignorare i problemi reali vissuti quotidianamente da chi abita e lavora nel cuore della città», attacca il comitato che spiega alla candidata Salis, che evidentemente non lo sa, che «l’arte di strada a Genova non è mai stata vietata, ma regolata con criteri chiari e condivisi. Solo nel Municipio I Centro Est sono attive ogni giorno oltre 70 postazioni, prenotabili tramite app, in luoghi simbolici come Via Garibaldi, Piazza Matteotti, Via XX Settembre e il Porto Antico, contribuendo alla vitalità culturale del centro. Il limite di 10 watt nel centro storico è una misura essenziale per garantire il rispetto delle norme acustiche in un contesto urbano fragile, dove la conformazione architettonica - fatta di vicoli stretti e palazzi ravvicinati - amplifica naturalmente il suono. In spazi più aperti o lontani dalle abitazioni, come il Porto Antico, sono invece consentite soglie più elevate. Nel sottopasso della metropolitana di Piazza De Ferrari è persino disponibile un totem amplificato permanente, pensato per favorire l’espressione musicale in uno spazio centrale e attrattivo»
Negli altri Municipi, l’arte di strada è consentita ovunque - senza indicazioni di postazioni fisse - purché vengano rispettate le norme generali del Regolamento. Un artista può quindi esibirsi liberamente in spazi iconici e molto frequentati come Via Sestri, Corso Italia, la Passeggiata di Nervi o quella di Pegli. «Nessuna realtà è stata “ghettizzata”. Lo dimostrano le centinaia di artisti che oggi si esibiscono rispettando le regole su tutto il territorio cittadino, traendo giovamento in termini di chiarezza, rotazione e visibilità - continuano gli esponenti del comitato, tutti residenti della città vecchia, che ben ne conoscono pregi e difetti - Parlare di “spazi gratuiti” è un altro slogan vuoto: gli spazi pubblici lo sono già. Ma non possono essere trasformati in palchi permanenti, senza controllo, a scapito della qualità della vita dei cittadini». Quindi l’appello: «Chiediamo alla candidata Salis di non ridurre un tema serio e complesso a parole d’ordine generiche e fuorvianti, che ignorano la realtà dei fatti, i dati acustici, e le tante segnalazioni documentate di disturbo e irregolarità, condivise anche con il principale partito che oggi la sostiene e che in passato ci aveva espresso comprensione e sostegno. Un dato su tutti: in Piazza San Lorenzo, nel 2023, si sono registrate in cinque mesi oltre 1.200 ore di musica, con esibizioni quotidiane fino a 7-8 ore, spesso con strumenti e amplificazioni ad alto impatto sonoro. Numeri che parlano da soli». Infine il dato di fatto. «Oggi il problema è stato risolto. Dopo una fase sperimentale e alcuni interventi migliorativi nell’app, lo stesso mondo artistico ha riconosciuto il valore del Regolamento. Strumentalizzare temi delicati come la convivenza urbana e l’espressione artistica per fini di consenso personale significa distorcere il senso della realtà e perdere di vista l’interesse collettivo».
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