Allargamento del porto di Prà: l’ipotesi ogni tanto torna come una nube nera sulla testa dei cittadini del ponente che da 40 anni hanno dovuto imparare a convivere con una realtà che, sebbene sia un elemento importante dell’economia cittadina e regionale, è stata onerosa per il territorio a cui sono state sottratte spiagge e qualità della vita, con compensazioni quasi sempre tardive o inefficaci. Ed è così che i comitati del Ponente tornano a chiedere alla politica quali sono (e se ci sono) progetti che, riguardando il porto, investiranno direttamente anche loro. «Alla luce del silenzio da parte delle istituzioni e di Autorità Portuale, ai quali più volte abbiamo chiesto di riceverci per portare le nostre istanze sulla questione convivenza porto a Ponente; alla luce di foto che ritraggono il facente funzione di sindaco Piciocchi con esponenti di porto e logistica; alla luce del fatto che, ad una interpellanza in Comune del consigliere Filippo Bruzzone, che chiedeva se lo stesso Comune fosse informato circa le proposte dei terminalisti sulle ipotesi di ampliamento della piattaforma portuale di Prà non ci sono state risposte da parte del Comune stesso, il Coordinamento dei Comitati del Ponente e la Rete Liguria dei Comitati e delle Associazioni di cui il Coordinamento fa parte, chiedono un confronto e risposte urgenti all’amministrazione», scrivono, in una nota, gli esponenti dei comitati. «Auspicando che quanto prima ci rispondano alle email mandate da mesi e ci ricevano, o ancora meglio vengano in un’assemblea sul territorio, rendiamo chiara la nostra posizione, e cioè che il porto a Ponente ha già sacrificato benessere e territorio, per cui non si può pensare ad ampliamenti in nessuna direzione ma al massimo ad una ottimizzazione di ciò che già esiste e che non è mai arrivato alla sua massima capienza. Anche l’ottimizzazione dell’esistente da parte di Psa, con volumi di traffico in prospettiva raddoppiati, porterà in sede locale ad ulteriori disagi ed inquinamenti come inquinanti atmosferici e come rumore (rumore ed inquinamento dalle navi, di banchina, di piazzale)». L'eventuale incremento dei traffici con movimentazione su gomma inciderà sul rumore e l'inquinamento dato dal passaggio dei tir sul viadotto di congiunzione porto autostrada ed andrà ad aggravare la situazione già critica della A26 a discapito della mobilità di tutti e del turismo. Se come auspicabile, il traffico sarà su ferrovia, allora lo scalo merci, costruito adiacente alle case di Palmaro, avrà grandissimo incremento d'uso sempre con relativo inquinamento, rumore e disagio per chi quello scalo si é ritrovato sotto casa.
"A mitigare l'impatto sul territorio, su noi cittadini, di un porto probabilmente utile per il Paese, ma pesante servitù e non certo occasione per i cittadini del ponente, si chiedono misure sicuramente attuabili di mitigazione e rivalutazione del territorio. Questo ad iniziare dalla elettrificazione delle banchine, realizzata da oltre un anno e mezzo e mai utilizzata dalle navi per il rimpallo ed il continuo rimandare tra le istituzioni interessate. L'elettrificazione deve essere utilizzata e deve essere indicato un piano cronologico per tutti i navigli di piena attuazione energetica green”.
Per Palmaro la necessità di coprire, almeno in parte, lo scalo ferroviario merci, con una copertura verde calpestabile ciclopedonale prosecuzione della fascia di rispetto che porti, mediante passerella, alla spiaggia di Voltri.
A levante la necessità di prolungare la "passeggiata" bordo canale sino al “dentino”, polmone cuscinetto a levante rispetto al porto, restituendo alla cittadinanza l'intero specchio d'acqua fronte Pegli Lido, libero da ennesime servitù come cantieri di terra o di mare utilizzati per le necessità del porto, che dichiarati temporanei tendono ad essere permanenti e diventare una ulteriore fonte di inquinamento e disagio per il territorio.
Associazione Comitato di quartiere Multedo
Comitato Pegli Bene comune
Comitato Lido di Pegli
Comitato Val Varenna
Comitato Noi di Pra
Comitato Palmaro
Comitato Voltri
Comitato Estremo Ponente
Con loro anche la Rete genovese: Comitato Giardini Malinverni; Comitato Officine Sampierdarenesi; Comitato di Via Vecchia e Strade Limitrofe; Comitato contro la cementificazione di Terralba; OpposizioneSkymetro - Valbisagno Sostenibile; Comitato con i piedi per terra; Comitato Difesa del Parco dei Forti e delle Mura di Genova; Comitato Valpolcevera Resistente San Quirico; Comitato Porto Aperto; Comitato SìTram Genova; Comitato Nervi 2022 no ZTL; Comitato spontaneo Trasta Fegino; Comitato liberi cittadini di Certosa; Comitato sotto il ponte Bisagno; Comitato Cittadini Banchelle; Comitato Vie Ardoino e Landi; Comitato Donne di Cornigliano; Comitato Tutela Ambientale Genova; Comitato Acquasola; Circolo Nuova Ecologia; Circolo San Bernardo; Gruppo Aretè; AMA Associazione Abitanti Maddalena; Associazione Amici di Ponte Carrega; Associazione Mobilita Genova – MobiGe; Associazione Quelli del Ponte Morandi; Associazione Liguria a Sinistra; Rete Cittadina “Insieme per la Salute di Tutti”; Rete Spazio Libero Malinverni; Italia Nostra Onlus; Medici per l’ambiente ISDE; Medicina Democratica movimento di lotta per la salute; Movimento indipendente dei Cittadini per Carignano; NO alla cementificazione di Nervi; WWF Genova Città Metropolitana; Coordinamento Ligure per la gestione corretta dei rifiuti; Società della Cura; Giustizia Sociale; Collettivo Corpi Idrici; Extinction Rebellion; Ecoistituto di Reggio Emilia e Genova APS; Attac Genova; Buskers (Artisti di Strada). Con loro anche i comitati delle altre province liguri.