«La manovra Amt penalizza gli anziani»

Assoutenti e sindacati dei pensionati contro la sindaca Salis ha eliminato la gratuità over 70

Vittorio Magni 24/10/2025
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 «Sindaca dell’ascolto», si era presentata così. Ma questa volta Silvia Salis ha preferito decidere da sola. A Palazzo Tursi, la prima cittadina ha illustrato il nuovo piano tariffario di Amt, un intervento pensato - dice - per «rimettere in ordine i conti», ma che nella pratica porta rincari e toglie agevolazioni a una larga fetta di cittadini. Dal 17 novembre, come abbiamo già raccontato ieri, cambiano le regole: viaggeranno gratis solo gli under 14 e gli over 70 con un Isee sotto i 12 mila euro. Tutti gli altri, anche chi di soldi ne ha pochi, dovranno pagare. Per i pensionati con redditi appena superiori alla soglia è previsto un abbonamento da 120 euro l’anno, mentre le matricole universitarie saranno esentate solo con Iseeu inferiore a 13 mila euro.
Salis ha parlato di «scelta necessaria per evitare il dissesto di Amt», puntando il dito contro la precedente amministrazione di centrodestra, ma le spiegazioni non hanno convinto quasi nessuno. Le prime a reagire sono state le sigle dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil, che in una nota congiunta parlano di «mancanza di sensibilità» e di «totale assenza di confronto». «Ci saremmo aspettati un tavolo preventivo, non una decisione a cose fatte - scrivono -. Il limite Isee fissato a 12 mila euro è troppo basso: così si escludono migliaia di anziani che faticano ad arrivare a fine mese. Non tutti hanno pensioni d’oro, e molti rischiano di rinunciare al bus per motivi economici». Il tono è amaro. «Genova è una città anziana, e serviva più attenzione. Bastava un po’ di ascolto, quello vero, non solo a parole».
Sulla stessa linea anche Assoutenti Liguria, che chiede di sospendere il piano almeno fino al 2026. «È inaccettabile pensare a rincari quando il servizio peggiora ogni giorno - attacca l’associazione -. Le corse saltano, i bus arrivano in ritardo, mancano gli autisti e i cantieri paralizzano la città. Prima si garantisca un servizio decente, poi si parli di aumenti». Secondo Assoutenti, il rischio è duplice: «Aumenteranno evasione e traffico privato. Molti smetteranno di prendere l’autobus e torneranno all’auto. È l’esatto contrario di ciò che servirebbe a Genova». Un giudizio pesante, accompagnato dalla richiesta di un confronto con i Comuni della Città Metropolitana, i sindacati e le associazioni degli utenti.
A Palazzo Tursi la difesa è compatta. La sindaca e l’assessore alla Mobilità parlano di «atto di equità sociale», spiegando che «chi ha meno pagherà meno». Ma fuori dalle sale del Comune cresce il malcontento. Molti genovesi fanno notare l’incongruenza: mentre si introducono abbonamenti notturni gratuiti per favorire la movida e la «mobilità sostenibile», si chiedono sacrifici agli anziani che devono prendere il bus per andare al mercato o a una visita medica.
Nelle edicole e nei bar del centro si commenta con parole semplici: «Per salvare i conti dell’azienda, fanno pagare a noi», dice un pensionato e un altro aggiunge: «L’ascolto è finito appena hanno vinto le elezioni».
L’impressione, anche tra chi osserva la politica genovese da vicino, è che la Giunta abbia sbagliato tono e metodo. Salis ha voluto mostrare decisione, ma ha perso contatto con una parte importante del suo elettorato: i cittadini, quelli che si aspettavano un dialogo prima di vedere le nuove tariffe stampate sui giornali. Il centrosinistra, che per anni ha costruito la propria forza sul rapporto con le categorie sociali, ora si trova contestato proprio da loro. Una crepa che rischia di allargarsi nei prossimi mesi, se non arriveranno segnali di apertura.
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AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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