Il 10 febbraio, data simbolica del Trattato di Parigi del 1947, che sancì l'annessione di territori italiani alla Jugoslavia, è da anni il "Giorno del Ricordo", istituito con la legge 92/2004 per non dimenticare le atrocità subite dalla popolazione italiana delle zone orientali. Questa mattina il consiglio regionale della Liguria ha celebrato l'evento con una solenne sessione, durante la quale il presidente del consiglio regionale, Stefano Balleari, ha pronunciato un discorso che ha evocato la tragedia delle foibe e l'esodo giuliano-dalmata. La sofferenza delle vittime delle foibe e degli esuli giuliano-dalmati è un capitolo doloroso della storia italiana che, per troppo tempo, è stato ignorato o minimizzato. "In principio fu il regime fascista a imporre l’italianizzazione forzata di quelle terre," ha ricordato Balleari, sottolineando come, sebbene il fascismo abbia segnato quel periodo con politiche di oppressione, le atrocità commesse dopo la Seconda Guerra Mondiale non possono essere giustificate come atti di vendetta o giustizia sommaria. La violenza, le torture e le uccisioni perpetrate contro gli italiani da parte dei partigiani comunisti di Tito, a partire dal 1943, non avevano nulla a che fare con la condizione di fascista o occupante, ma con la sola colpa di essere italiani.