Una grande festa di solidarietà e umanità che ha unito migliaia di persone, portando speranza e calore a chi vive ai margini della società. Quello organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio a Genova è un esempio straordinario di come la solidarietà possa trasformare un giorno come il Natale in un'opportunità di riscatto e di condivisione. Non è solo un pranzo, ma un momento di inclusione e di attenzione verso chi, spesso, vive nell'ombra, lontano dai riflettori della vita quotidiana.
Quest’anno, il pranzo di Natale ha raggiunto oltre diecimila persone, tra cui senza dimora, anziani, famiglie in difficoltà, rifugiati, e anche detenuti provenienti dagli istituti penitenziari della Liguria. I pranzi sono stati ospitati in luoghi simbolici della città, come la Basilica della SS Annunziata del Vastato, Palazzo Ducale e Villa Bombrini, dimostrando che l'accoglienza e l'amore per il prossimo non hanno confini. La novità di quest'anno è stata l'inclusione anche dei detenuti in tutti gli istituti della regione, un segno di speranza e di comunità che non lascia indietro nessuno.
La presenza di oltre mille volontari, tra cui tanti giovani, e la collaborazione di diverse realtà locali, ha reso possibile questo grande gesto di accoglienza. Come ha sottolineato Andrea Chiappori, responsabile di Sant'Egidio in Liguria, "questo pranzo non è una parentesi di distrazione, ma vuole essere il segno che è possibile sperare in un cambiamento per la nostra città e per il mondo". Un messaggio forte, che riecheggia anche nel Giubileo dedicato alla speranza, e che ci invita a non rimanere passivi di fronte alle difficoltà, ma ad agire insieme per costruire una società più giusta e accogliente.
In questa festa, chi serviva e chi era servito si sono trovati alla stessa tavola, condividendo un pasto ma anche un messaggio di uguaglianza e fraternità. È questo il vero spirito del Natale: la condivisione, l'inclusione, l'amore per il prossimo, soprattutto per chi vive nel bisogno.