C’è la pace in Palestina ma continuano ad occupare

Dopo il liceo Klee-Barabino, sono stati occupati anche il Calvino, il Ruffini e il Gobetti

14/10/2025
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Prosegue a Genova l’ondata di mobilitazioni studentesche che da settimane coinvolge scuole superiori e università. Partita il 24 settembre con l’occupazione simbolica del rettorato dell’Università di Genova da parte del collettivo Cambiare Rotta, la protesta si è rapidamente estesa a diversi istituti cittadini, trasformando le aule in spazi di dibattito politico e assemblee permanenti.
Dopo il liceo Klee-Barabino, sono stati occupati anche il Calvino, il Ruffini e il Gobetti. L’ultimo, in ordine di tempo, è l’Istituto Nautico San Giorgio, dove ieri alcuni studenti hanno rimosso la bandiera dell’Unione Europea, denunciando, a loro dire, il sostegno dell’Italia a Israele e chiedendo «una scuola che prenda posizione contro l’occupazione della Palestina». A Voltri, intanto, un gruppo di studenti ha occupato la palestra dell’Istituto Lanfranconi, trasformandola in uno spazio per un’assemblea non autorizzata.
Le rivendicazioni vanno oltre il contesto scolastico: sostegno alla causa palestinese, opposizione al riarmo europeo, critica al governo. Il clima resta teso. Dirigenti scolastici e autorità mantengono una linea prudente per evitare scontri, ma la sospensione prolungata delle lezioni sta generando crescente malcontento tra famiglie e insegnanti.
Sull’occupazione del Nautico è intervenuto Edoardo Di Cesare, coordinatore provinciale della Lega Giovani, che ha attaccato duramente i manifestanti: «I giovani radical chic e Pro Pal di sinistra continuano a strumentalizzare, appaiono più fondamentalisti di Hamas. È una prevaricazione nei confronti di chi vuole semplicemente andare a scuola a studiare». Di Cesare ha poi rivendicato il ruolo degli Stati Uniti e del piano di pace proposto dall’ex presidente Trump, che - a suo dire - avrebbe trovato ampio consenso: «Abbiamo visto scene di gioia sia a Tel Aviv che a Gaza: il piano di pace ha portato risultati concreti, non è una trappola come sostengono certi cattivi maestri». Critiche anche alla relatrice Onu Francesca Albanese, accolta nei giorni scorsi in città, e al sindaco Silvia Salis: «Basta strumentalizzare e rosicare. Il diritto allo studio viene prima delle bandiere ideologiche. Noi siamo per la pace e la non violenza». A commentare la situazione anche il dirigente scolastico del Nautico San Giorgio, Paolo Fasce: «Le scuole non sono zone franche, ma luoghi di crescita e confronto. Le proteste devono lasciare spazio al dialogo e al rispetto delle regole, senza escludere chi vuole continuare a studiare». Nei prossimi giorni sono attesi incontri tra studenti, dirigenti scolastici e autorità locali per riportare la situazione alla normalità. Intanto Genova resta divisa: tra chi vede nella protesta un segnale di partecipazione e chi teme per la continuità didattica.
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AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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