Torino vara il nuovo Piano regolatore generale

Dopo trent’anni, l’Amministrazione Lo Russo mette mano al Prg per immaginare il futuro della città e rilanciare lo sviluppo

Loredana Polito 17/12/2025
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La Giunta Lo Russo ha approvato il progetto preliminare del nuovo Piano regolatore generale (Prg), segnando una svolta attesa da oltre trent’anni.

Lo strumento che guiderà la trasformazione urbana di Torino prende il posto del Piano adottato nel 1991 e approvato nel 1995, avviando un percorso che porterà il documento all’esame delle Commissioni consiliari e poi al voto del Consiglio Comunale nei primi mesi del prossimo anno.

Dopo il via libera dell’aula, il Piano sarà pubblicato per la raccolta delle osservazioni di cittadine e cittadini e portatori di interesse e successivamente sottoposto alla conferenza di co-pianificazione con gli enti sovraordinati, fino all’approvazione definitiva.

Il nuovo Piano regolatore è lo strumento centrale per governare l’assetto del territorio comunale e orientare lo sviluppo urbano. Definisce una struttura flessibile e aggiornabile, articolata su due livelli: uno strategico, che delinea visione e indirizzi generali, e uno conformativo, che stabilisce le regole puntuali degli interventi. Un’impostazione che rafforza la regia pubblica nelle trasformazioni più complesse e chiarisce responsabilità, tempi e strumenti.

«È la mappa che traduce la nostra idea di futuro in scelte concrete», spiega il sindaco del Comune di Torino, Stefano Lo Russo. «Rigenerazione del patrimonio esistente, riattivazione delle aree dismesse e valorizzazione degli spazi già costruiti – afferma – sono i pilastri di un progetto collettivo, nato da un percorso condiviso con cittadini, istituzioni e comunità locali. Prossimità, innovazione e ambiente sono le leve trasversali dello sviluppo».

Secondo il primo cittadino, il Piano guarda a Torino come a un sistema integrato di connessioni fisiche e digitali, in cui mobilità pubblica, infrastrutture ferroviarie e reti tecnologiche diventano fattori essenziali di competitività, inclusione e qualità urbana.

In questo quadro la Linea 2 della metropolitana, il sistema ferroviario metropolitano e le linee tranviarie in sede propria orientano le scelte urbanistiche e rafforzano l’accessibilità dei quartieri.

Il disegno urbano consolida il ruolo di Torino come città universitaria, della ricerca e della produzione avanzata, salvaguardando la vocazione manifatturiera e accompagnandola verso modelli sostenibili ad alto valore aggiunto. Poli accademici, distretti dell’innovazione e nuove economie dialogano con un sistema produttivo che resta centrale nell’identità cittadina.

Parallelamente, la città intende rafforzare il proprio posizionamento europeo come nodo strategico della logistica e delle reti di scambio, grazie al potenziamento delle connessioni ferroviarie verso la Francia e la Liguria e al ruolo nei flussi tra Mediterraneo ed Europa continentale.

Cultura e turismo sono riconosciuti come infrastrutture urbane a tutti gli effetti. Il Piano valorizza poi anche il patrimonio storico, museale e paesaggistico come leva di attrattività internazionale e coesione sociale, mentre la natura entra nella struttura urbana attraverso un sistema integrato di fiumi, parchi, collina e corridoi ecologici, fondamentali per il benessere e la resilienza climatica. Torino si conferma inoltre cuore della propria area metropolitana, condividendo con i Comuni vicini infrastrutture e opportunità in una prospettiva europea.

Grande attenzione è riservata ai quartieri, riconosciuti come unità urbanistiche di prossimità. Sono trentaquattro, ciascuno analizzato nelle proprie caratteristiche territoriali e sociali, con l’obiettivo di tutelarne le specificità e rafforzare le centralità locali, dai mercati alle scuole, dagli spazi pubblici alle biblioteche.

Il Piano promuove una concentrazione demografica sostenibile lungo le principali linee del trasporto pubblico e introduce un modello perequativo per redistribuire valore e finanziare la città pubblica, favorendo anche il riuso temporaneo delle aree sottoutilizzate.

Nel progetto trovano spazio anche le cosiddette figure di ‘ricomposizione urbana’, grandi trame che ricuciono parti diverse della città e ne migliorano la qualità complessiva attraverso spazi pubblici, connessioni pedonali e ciclabili e sistemi ecologici integrati. Un approccio che punta a integrare e connettere, più che ad aggiungere nuovi frammenti urbani.

«La costruzione del nuovo Piano regolatore generale è un processo pubblico complesso», conclude l’assessore all’Urbanistica Paolo Mazzoleni. «Il documento approvato – dichiara – è il risultato di mesi di lavoro di un team di circa settanta persone e raggiunge l’obiettivo che ci eravamo prefissati. Torino sta cambiando e vuole farlo bene: il nuovo Piano unisce visione e realismo e offre una mappa condivisa per costruire la città che verrà».

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AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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