Torino chiude il tour «Tuber Next Gen 2025»

Nuove carte e indennità per preservare il tartufo piemontese

Loredana Polito 23/11/2025
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«Tuber Next Gen 2025» ha concluso il proprio viaggio a Torino, nel giorno della Giornata nazionale degli alberi, raccogliendo l’eredità delle tappe di Alba, Asti e Alessandria.

L’appuntamento finale al Grattacielo Piemonte ha riunito amministratori, tecnici, professionisti, trifolau e rappresentanti di numerose realtà territoriali, confermando l’interesse diffuso verso una pianificazione che unisce tutela ambientale, sviluppo locale e valorizzazione del patrimonio tartufigeno.

L’incontro ha ribadito come il tartufo, oltre a essere un prodotto di prestigio, rappresenti un indicatore della salute dei suoli e delle foreste, diventando un tema strategico per chi si occupa di paesaggio, gestione agricola e pianificazione urbana.

Al centro del confronto torinese sono state presentate le nuove Carte di Attitudine dei Suoli alle Produzioni Tartufigene e le Carte di Potenzialità Territoriale realizzate da Ipla per la Regione.

Questi strumenti aggiornati integrano dati su qualità dei terreni, uso del suolo, presenza di filari, aree agricole, foreste e dinamiche di urbanizzazione, restituendo un quadro conoscitivo completo che permette di orientare scelte amministrative e interventi di tutela con maggiore precisione.

Le Carte costituiscono un’evoluzione importante rispetto ai precedenti sistemi di valutazione, perché mostrano come la potenzialità produttiva dipenda non solo dalle caratteristiche pedologiche, ma anche dal contesto forestale e dalla configurazione paesaggistica.

L’assessore Marco Gallo ha evidenziato il valore del percorso: «La tappa di Torino conclude un ciclo di incontri partecipato e di qualità. In ogni provincia abbiamo trovato un interesse profondo per il patrimonio tartufigeno, che è un patrimonio di suoli, boschi, biodiversità e paesaggio. Con ‘Tuber Next Gen’ abbiamo fatto dialogare strumenti tecnici e conoscenze locali, dimostrando che il Piemonte può guardare lontano grazie a una pianificazione attenta e condivisa».

Il consigliere metropolitano Alessandro Sicchiero ha sottolineato l’importanza delle Carte per i Comuni, osservando che «si tratta di strumenti di grande utilità sul piano agricolo e colturale, ma anche per la tutela del territorio. È fondamentale promuovere comportamenti consapevoli nei cittadini e affrontare gli effetti dei cambiamenti climatici, che stanno incidendo sulla distribuzione delle aree vocate».

Nel territorio della Città Metropolitana di Torino, le superfici vocate al tartufo ricadono negli Ambiti di Integrazione Territoriale di Torino, Chivasso e Chieri, zone strategiche per il Piano territoriale regionale, che punta alla valorizzazione della matrice agricola e forestale e alla tutela del paesaggio rurale.

All’interno di questi ambiti si innestano le nuove Aree Forestali, tra cui l’Area 22 «Torinese e Chierese» e l’Area 24 «Chivassese», destinate all’elaborazione dei Piani forestali di indirizzo territoriale. La nuova edizione della carta pedologica e delle attitudini tartufigene ha evidenziato un ampliamento rilevante delle superfici vocate: da circa 5mila a 22mila ettari, con 2mila ettari ad alta attitudine e 20mila a media.

Si tratta di un dato che testimonia una maggiore capacità del territorio di sostenere le specie tartufigene, grazie agli aggiornamenti cartografici e a una più accurata integrazione tra dati forestali, agricoli e pedologici.

Cresce anche il numero dei Comuni vocati: oltre ai 24 già riconosciuti negli anni scorsi, entrano Baldissero Torinese, Cambiano, Chieri, Moncalieri, Pavarolo, Pecetto Torinese e Trofarello, per un totale di 31 amministrazioni interessate. Si tratta di territori caratterizzati da un equilibrio ecologico favorevole, con suoli, boschi e sistemi agrari che favoriscono la crescita delle principali specie tartufigene.

Le nuove Carte di Potenzialità Territoriale mostrano inoltre come filari rurali, querceti, saliceti e pioppeti possano accrescere sensibilmente la potenzialità produttiva anche in aree catalogate inizialmente come a bassa attitudine, portando il territorio metropolitano a circa 19mila ettari complessivi tra potenzialità alta e media.

Il ciclo Tuber ‘Next Gen’ ha registrato circa 200 partecipanti complessivi, tra amministratori, tecnici forestali, agronomi, trifolau e rappresentanti delle categorie agricole. È emersa la richiesta di una maggiore diffusione degli strumenti digitali, come il Geoportale regionale, utile a consultare rapidamente le carte aggiornate. Il mondo dei professionisti della pianificazione urbanistica e paesaggistica ha offerto contributi significativi, aprendo una prospettiva di lavoro comune sulla tutela del paesaggio rurale e sul futuro delle aree boschive e agricole del Piemonte.

Nel percorso è stato inoltre evidenziato il ruolo del sistema camerale, particolarmente rilevante per sviluppare filiere forestali più forti e affrontare il tema delle compensazioni ecologiche attraverso la valorizzazione di boschi e aree vocate.

Parallelamente al lavoro di pianificazione, la Regione Piemonte ha aggiornato il sistema delle indennità destinate alla conservazione del patrimonio tartufigeno. La revisione prevede contributi calibrati sul valore ecologico delle piante: fino a 20 euro per le querce, 18 euro per le specie idonee e 12,50 euro per il nocciolo. Vengono inoltre ampliati i tempi per le istruttorie comunali e chiariti i criteri per l’individuazione dei raccoglitori esperti che affiancheranno le commissioni locali, con l’obiettivo di rendere il sistema più uniforme e più vicino alle esigenze dei territori. Il nuovo bando è aperto fino al 27 gennaio 2026.

«La tutela del tartufo passa dalla tutela degli alberi e degli ecosistemi che lo rendono possibile» ha concluso l’assessore Gallo, ricordando che «le nuove indennità rappresentano un investimento sul futuro delle comunità piemontesi e su un paesaggio che merita attenzione e cura».

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