Quinta flessione consecutiva per la produzione industriale piemontese

Fortemente negativo l‘andamento segnato dai mezzi di trasporto, dalla metalmeccanica e dal tessile. Tiene solamente il comparto alimentare

Eliana Puccio 16/06/2025
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Nell’ambito della consueta collaborazione tra Unioncamere Piemonte, Intesa Sanpaolo e UniCredit per il monitoraggio della congiuntura economica piemontese, Unioncamere Piemonte ha diffuso i dati della 214esima ‘Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera’ realizzata in collaborazione con gli Uffici Studi delle Camere di commercio provinciali.

La rilevazione è stata condotta nei mesi di aprile e maggio 2025 con riferimento ai dati del periodo gennaio-marzo 2025 e ha coinvolto 1.731 imprese industriali piemontesi, per un numero complessivo di 93.273 addetti e un valore pari a circa 56 miliardi di euro di fatturato.

All'inizio del 2025, lo scenario macroeconomico globale ha continuato a mostrare una crescita moderata, sebbene con ritmi differenziati tra le principali economie. L'inflazione ha proseguito la sua tendenza al ribasso, pur rimanendo una preoccupazione in alcune regioni e settori.

Le tensioni geopolitiche e le politiche commerciali protezionistiche hanno rappresentato fattori di incertezza, influenzando le dinamiche del commercio internazionale. Nonostante queste sfide, i mercati del lavoro in molte economie avanzate hanno mostrato una resilienza inaspettata, sostenendo in parte i consumi.

In tale scenario macroeconomico, l'apparato industriale piemontese ha proseguito la sua fase di difficoltà, evidenziando una contrazione della produzione manifatturiera per il quinto trimestre consecutivo. Tale andamento negativo è riconducibile non solo alle persistenti incertezze geopolitiche globali e alla potenziale minaccia di dazi statunitensi, ma anche a profonde crisi strutturali che affliggono comparti cruciali dell’economia regionale.

La variazione media della produzione manifatturiera per il I trimestre 2025 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente si attestata al -1,7%.

«La nostra regione è a un bivio decisivo, stretta tra vulnerabilità strutturali e la necessità di una crescita sostenibile. Come Sistema camerale crediamo di doverci appoggiare a quattro pilastri per rilanciare la nostra economia. Primo, una forte semplificazione burocratica per le imprese. Secondo, un investimento senza precedenti su capitale umano, istruzione e competenze per combattere disoccupazione e disuguaglianze. Terzo, un piano nazionale per l’energia che ci consenta di non dipendere dall’esterno e di essere più competitivi. Quarto, e quale precondizione per la crescita, un potenziamento delle infrastrutture di collegamento, sia materiali che digitali. Senza reti moderne ed efficienti, che connettano il Piemonte al resto d’Italia e all’Europa, ogni sforzo di sviluppo rischia di essere vano. Merci, persone e idee devono potersi muovere rapidamente per rendere le nostre imprese competitive e i nostri territori attrattivi. Sfruttando la leva strategica del Pnrr, possiamo governare le transizioni in atto. Con pragmatismo e coraggio, trasformeremo le sfide di oggi nell'opportunità di costruire un'Italia più forte, equa e protagonista del proprio futuro» – ha commentato Gian Paolo Coscia, presidente Unioncamere Piemonte.

La Regional Manager Nord Ovest di UniCredit, Paola Garibotti, ha aggiunto: «In un contesto generale di rallentamento del settore manifatturiero piemontese, il supporto del sistema bancario è fondamentale. UniCredit, grazie alla sua presenza paneuropea, si pone nei confronti del sistema produttivo piemontese non solo come un finanziatore, ma come un partner strategico in grado di accompagnare le aziende e soprattutto le pmi verso traguardi ambiziosi, ma necessari come la trasformazione digitale, la transizione verso una produzione sostenibile e l'accesso ad altri mercati di sbocco. Lo facciamo fornendo credito e mettendo a loro disposizione gli strumenti necessari per diversificare i mercati, accedere a finanziamenti agevolati e implementare soluzioni innovative che rispondano alle sfide globali. Nel primo trimestre del 2025 abbiamo raddoppiato le erogazioni e sottoscritto nuovi finanziamenti alle imprese del Nord-Ovest per 462 milioni di euro».

Stefano Cappellari, che nell’ambito della Banca dei Territori è direttore Regionale Piemonte Nord, Valle d’Aosta e Sardegna di Intesa Sanpaolo ha dichiarato: «Il territorio piemontese sta vivendo un momento di grande trasformazione e questo, seppure in un contesto di incertezza, può rappresentare nuove opportunità per la nostra industria, che può far leva su forti competenze e su una solida propensione a innovare e a investire. La presenza di distretti e comparti ad alto potenziale, la qualità distintiva, la diversificazione produttiva e dei mercati di sbocco sono elementi che potranno mitigare l’effetto dei dazi all’import imposti dagli Stati Uniti. Continuiamo a promuovere tutte le iniziative che portano valore per il nostro territorio e per l’economia locale, accompagnando la crescita delle 96mila imprese clienti con il credito, la consulenza e lo sviluppo sui mercati internazionali. Nei primi mesi dell’anno in Piemonte abbiamo erogato circa 1,2 miliardi di euro a imprese e famiglie e fino ad oggi in regione abbiamo finanziato per 780 milioni di euro i progetti Esg, attraverso linee di finanziamento dedicate che premiano con un minor costo il raggiungimento degli obiettivi. Cruciale il sostegno alla trasformazione digitale e all’adozione di processi innovativi ad alto contenuto tecnologico, con particolare attenzione all’Intelligenza Artificiale, un campo su cui si gioca il futuro e su cui le nostre aziende stanno puntando sia nel modello organizzativo, sia nel servizio al cliente. Per questo motivo è uno dei pilastri del nuovo accordo con Confindustria».

Contrariamente alla produzione, gli ordinativi totali mostrano un incremento dello 0,8%. Questa dinamica è trainata principalmente dagli ordinativi esteri, che crescono dell'1,8%, mentre gli ordinativi interni registrano un più modesto +0,4%. Il dato seppur lievemente positivo sugli ordinativi, in controtendenza rispetto alla produzione, potrebbe indicare un'aspettativa di crescita per i prossimi trimestri, con le imprese che stanno accumulando un portafoglio ordini.

Il fatturato totale subisce una lieve contrazione, pari allo 0,3%. Analizzando le componenti, il fatturato interno diminuisce del 2,1%, mentre il fatturato estero cresce del 2,6%. Questa dinamica evidenzia una maggiore vivacità del mercato internazionale che compensa solo parzialmente la debolezza della domanda interna.

Il grado di utilizzo degli impianti è sceso dal 63% del I trimestre 2024 al 62% del periodo gennaio-marzo 2025.

La contrazione complessiva della produzione industriale (-1,7%) è in gran parte trainata dalla forte diminuzione registrata dal settore dei Mezzi di Trasporto (-11,3%). All'interno di questo comparto, si evidenzia un calo significativo dell'Automotive (-31,1%) e della componentistica autoveicolare (-10,5%), parzialmente mitigato da una crescita dell'Aerospazio (+5,5%). Questa dinamica suggerisce una fase di difficoltà strutturale o di riorganizzazione per il settore auto, pilastro dell'economia piemontese.

Oltre ai mezzi di trasporto, la maggior parte degli altri settori ha mostrato andamenti negativi, seppur con flessioni meno pronunciate rispetto al comparto automotive. Si è osservata una contrazione nel settore dell'Elettricità ed Elettronica, che ha visto una diminuzione del -2,7%, e anche la Filiera Tessile ha registrato un decremento del -2,0%. Le industrie meccaniche hanno subito una riduzione della produzione dell'-1,6%, mentre il settore dei metalli ha mostrato un calo dell'-1,1%. La produzione di Legno e del Mobile è scesa dello -0,8% e il comparto della Chimica e Plastica ha chiuso il trimestre con una modesta flessione dello -0,6%.

In controtendenza rispetto al quadro generale, solo il comparto alimentare che mostra un segno positivo, con una crescita della produzione dello +1,1%. Questo dato, sebbene limitato, rappresenta un segnale di resilienza e diversificazione in un contesto complessivamente sfidante.

La flessione complessiva dell’1,7% della produzione manifatturiera piemontese riflette un andamento disomogeneo per classe dimensionale. L'elemento di maggiore criticità è la marcata flessione (-6,9%) registrata dalle grandi imprese (250 addetti e più) che trascinano al ribasso il dato regionale. Parallelamente, le micro (0-9 addetti) e le medie imprese (50-249 addetti) registrano anch'esse una contrazione significativa del -1,0% ciascuna, evidenziando una diffusa esposizione a un contesto di domanda debole. L'unico barlume positivo emerge dalle piccole imprese (10-49 addetti), che segnano una crescita di modesta entità (+0,4%), testimoniando una maggiore agilità e una diversificazione in nicchie settoriali resilienti.

I dati sulla variazione della produzione industriale per le province piemontesi nel primo trimestre del 2025 rispetto allo stesso periodo del 2024 delineano un quadro eterogeneo, ma con una chiara predominanza di dinamiche recessive che meritano attenta considerazione. La maggior parte delle province piemontesi ha, infatti registrato una contrazione dell'attività industriale, evidenziando le difficoltà che il settore sta affrontando in questo periodo.

La provincia di Asti segna la performance più negativa, evidenziando il calo più marcato (-3,5%). Questo dato suggerisce una fragilità strutturale e una particolare esposizione a settori in crisi. La provincia di Torino, cuore dell'industria regionale, ha subito una decrescita del -3,3% a causa del rallentamento in settori chiave come l'automotive e l’elettricità ed elettronica.

Cuneo mostra una flessione dello 0,7%, segnalando una moderata difficoltà nonostante la diversificazione del suo tessuto produttivo. Biella registra un calo dello 0,5%, legato alle dinamiche del settore tessile, tradizionalmente dominante nell'area. Alessandria con un -0,3% e Novara con un -0,2%, entrambe penalizzate dal comparto metalmeccanico, scontano contrazioni più lievi.

In controtendenza, alcune province sono riuscite a mantenere un segno positivo, seppur con incrementi marginali. Vercelli si distingue con una variazione del +0,3%, grazie al comparto alimentare. Il Verbano-Cusio-Ossola, infine, registrato un andamento sostanzialmente piatto (+0,1%).

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AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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