Qualità in linea con le annate precedenti ma con un drastico calo della produzione: è questa la prima analisi da parte di Agricoltura Asti in merito all'annata colrilicola in corso, soprattutto in vista del primo appuntamento pubblico del settore, previsto per lunedì 26 agosto, con la storica Fiera della Nocciola di Castagnole Lanze. La raccolta però è appena iniziata e quindi è del tutto prematura qualsiasi valutazione definitiva.
Nella terribile annata 2022 la produzione di nocciole astigiane, complice un’ottima fioritura e un inizio anno 'normale', si era attestata su livelli buoni nonostante la siccità estrema avesse rovinato tutti gli altri raccolti. Il 2023 è stata la fotocopia dell'anno precedente in termini di produzione nonostante le condizioni atmosferiche avverse avessero compromesso la differenziazione delle gemme di nocciolo nonché l’emissione di pochi amenti nel periodo autunnale, a cui è seguito un ridotto numero di fiori femminili.
Quindi in realtà fin dal 2023, si erano già verificati tutti i presupposti per una scarsa produzione nel 2024, in quanto i due anni di siccità hanno indebolito fortemente la pianta. Le forti e intense piogge del periodo primaverile hanno inoltre favorito la diffusione di diverse malattie che si sono rivelate letali.
«La ricetta vincente per uscire dalla crisi produttiva è sicuramente una buona formazione degli operatori», afferma Enrico Masenga, coordinatore del settore tecnico di Asti Agricoltura. «Solo conoscendo a fondo i meccanismi fisiologici della pianta e le migliori tecniche di gestione della chioma e del suolo possiamo mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e delle patologie emergenti».
«Inoltre - aggiunge Masenga - in agricoltura si deve ragionare su periodi di almeno 5 anni: infatti le coltivazioni sono da sempre caratterizzate da alternanze produttive e sarebbe quindi sbagliato «gettare il bambino con l’acqua sporca», cioè prendere drastiche decisione senza considerare un lasso di tempo adeguato. Negli ultimi 15 anni la coltivazione del nocciolo si è infatti dimostrata una delle più redditizie e chi da sempre si impegna nella coltivazione registra risultati positivi».
«In considerazione delle previsioni di una riduzione di produzione, ma con una qualità in linea con gli scorsi anni - dichiara il direttore di Asti Agricoltura Mariagrazia Baravalle - auspichiamo un prezzo delle nocciole del Piemonte più remunerativo tale da consentire agli agricoltori di affrontare le difficoltà e continuare ad investire su una coltura che ha grandi potenzialità».