Il ministro Urso rassicura la Liguria su acciaio e nucleare

"Pronti a chiudere con grandi gruppi per l'ex Ilva e Piaggio. Il futuro dell'energia tracciato in accordo con Pichetto Fratin"

Diego Pistacchi 08/10/2024
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Adolfo Urso alla casa del Made in Italy
«L’ex Ilva sta diventando un manuale di rilancio industriale, laddove lo Stato fa fino in fondo la sua parte». Il ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso, arriva a Genova e porta in dote ottime notizie per alcune delle più preoccupanti crisi industriali in corso da anni in Liguria, tra cui anche quella per Piaggio Aero, che dopo infiniti bandi andati deserti, sembra finalmente pronta a decollare verso acquirenti affidabili. Terzo asset strategico per Genova è certamente quello del nucleare, visto che Ansaldo rappresenta un’eccellenza mondiale e che una svolta italiana è attesa da tempo contro i dannosi attaggiamenti ideologici di pseudoambientalisti. «Il vero differenziale competitivo che dobbiamo assolutamente colmare è quello del costo dell’energia - chiarisce Urso -. Per questo siamo d’accordo con il ministro Pichetto, il ministro Giorgetti e gli altri ministri competenti. Il ministro Pichetto ha annunciato che entro fine anno presenterà un quadro legislativo per consentire al nostro Paese di tornare a produrre energia nucleare e per questo è nostra intenzione realizzare in Italia, produrre in Italia con le aziende e le tecnologie anche italiane, gli impianti nucleari di terza generazione avanzata e poi quelli di quarta generazione e infine quando sarà possibile anche quelli con la fusione nucleare».
Per le Acciaierie il ministro conferma il  grande interesse per dare continuità a un vero e proprio tesoro industriale italiano, che ha Genova vive la grande incertezza dello stabilimento di Cornigliano. «Hanno manifestato il loro interesse in 15: tre grandi player industriali internazionali per l’intero asset produttivo, 12 player nazionali e internazionali per alcune parti di questo asset produttivo», conferma Urso. E a questi può ancora aggiungersi Metinvest. Perché, come confermato dal ministro, «la procedura prevede che si possa aggiungere anche chi non si è presentato nella prima fase, entro il 20 settembre. potrà farlo da solo o in cordata con qualcuno che si è già presentato. A fine novembre le manifestazioni di interesse saranno vincolanti». Tante società di rilievo, dunque a garantire continuità, con Urso che, soprattutto, anticipa la scelta verso cui si indirizzerà il governo, che è quella di impedire lo spacchettamento dei siti produttivi. «Privilegeremo l’assegnazione in un unico asset, a un unico player internazionale o nazionale che sia anche un’unica cordata perché riteniamo sia la soluzione migliore», ha assicurato, con ciò ribadendo che il futuro di Cornigliano resterà fermamente saldato a quello dell’unico blocco delle Acciaierie a livello nazionale.
Intervenendo all’inaugurazione della «Casa del Made in Italy», il ministro si è poi soffermato sul caso Piaggio Aero. È arrivata la conferma a quanto anticipato la settimana scorsa da Ilaria Cavo, vice presidente della Commissione Attività Produttive della Camera. «Piaggio Aero è sicuramente una bella sfida, una bella scommessa - ha detto con convinzione - .Vi sono state una decine di manifestazioni di interesse (nove quelle già confermate alla deputata ligure nel corso di un’audizione in commissione, ndr), tra cui alcune particolarmente significative riguardanti l’intero asset produttivo. Ora i commissari stanno valutando il percorso che porterà poi all’assegnazione di questa importante e significativa azienda italiana per capire quale sia la strada migliore». 
Anche in questo caso il ministro ha messo in evidenza la soluzione che eviterà di smembrare l’azienda e dare al contempo continuità e un piano industriale solido a una realtà che sul mercato ha sempre avuto un portafoglio ordini incoraggiante. Dopo tanti anni di delusioni, però questa volta l’obiettivo è quello di non sbagliare per la troppa fretta. Per questo Urso ribadisce: «Pensiamo di concludere in un tempo congruo con la migliore soluzione in campo. Perché non basta chiudere i casi, bisogna chiuderli e bene».
Poco più di un impegno a dare una mano ove possibile - ma non poteva essere diversamente - è quello che ha invece assicurato l’esponente di governo ai dipendenti della Technisub, l’azienda di attrezzatura della Val Bisagno controllata dal gruppo francese Aqualung, che ha annunciato di voler chiudere il polo produttivo genovese a fine 2024. La vertenza non è infatti di competenza dell’esecutivo. «L’intervento del Governo nei confronti delle multinazionali talvolta è più persuasivo, quella di Technisub è una crisi aziendale locale che non ha i requisiti per diventare un caso nazionale, ma appena avrò contezza del caso ci confronteremo per trovare qualche soluzione, è sempre utile confrontarsi», ha detto Urso, garantendo oggi appoggio al lavoro portato avanti a livello locale da sindacati e istituzioni.
Nel pomeriggio, il ministro ha incontrato l’assessore regionale   allo Sviluppo economico Alessio Piana e le sigle sindacali Cgil, Cisl, Uil e Ugl. «L’attenzione del governo è massima - ha sottolineato Piana -. L’obiettivo condiviso dev’essere quello di lavorare congiuntamente per garantire produzione e occupazione industriale sul territorio, valorizzando le specificità dei siti liguri. La siderurgia, l’aeronautica e l’industria energetica sono asset strategici nazionali che, ancor di più in questo momento storico, dobbiamo mantenere e sviluppare». «Importanti e di prospettiva le parole del ministro Urso - è stato il commento di Ilaria Cavo -. È stata una mattinata di grande attenzione per i temi industriali aperti, ma anche a tutte le aziende medio piccole, che potranno contare da oggi sulla Casa del Made in Italy come punto di riferimento, in raccordo tra ministero e istituzioni locali. Tutto questo significa credere nell’imprenditoria e negli asset impresc
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