I metalmeccanici tornano in piazza a Torino

Molto alte le adesioni allo sciopero secondo le sigle sindacali. Gribaudo (PD): «Ridare dignità al lavoro»

Loredana Polito 29/03/2025
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«Senza contratto si sciopera. Per il salario, per l'orario, per la sicurezza, per la solidarietà, per la ripresa della trattativa».

Sono le rivendicazioni riportate sullo striscione che ha aperto ieri a Torino il corteo dei metalmeccanici, partito da piazza Arbarello.

I lavoratori e le lavoratrici hanno raggiunto l’Unione Industriali di Torino, dove hanno parlato alcuni delegati, tra i quali il segretario della Fiom torinese Edi Lazzi e quello della Uilm Luigi Paone, per poi lasciare le conclusioni al leader della Fim Cisl, Ferdinando Uliano.

Una bandiera dell'Europa e una della Nato sono state bruciate durante il corteo dei metalmeccanici a Torino. L'azione è stata compiuta davanti alla sede dell'Unione industriali, da parte di un attivisti del Fronte della Gioventù Comunista, mentre sul palco, alla fine del corteo, stavano parlando i rappresentati dei sindacati. Le due bandiere sono state date alle fiamme con una torcia da segnalazione.

Secondo Fim, Fiom e Uilm, sono state cinquemila le persone che hanno partecipato alla manifestazione per il contratto a Torino. Alte le adesioni in tutta la provincia con punte – spiegano i sindacati – del 90% alla Leonardo di Caselle e del 95% alla Marelli, vuote le officine dell'Avio Rivalta.

«Lo sciopero – ha dichiarato Luigi Paone, segretario generale della Uilm torinese – è per rivendicare l'apertura del Tavolo di trattativa con gli industriali, che riguarda due milioni di lavoratori metalmeccanici, per i quali questo contratto è fondamentale. Riteniamo che, in questo momento di difficoltà del Paese, occorra puntare su salario e orario: aumentando il potere d'acquisto dei lavoratori si fa ripartire il mercato interno, diminuendo l'orario si riduce la cassa integrazione e redistribuendo il lavoro riduce l'utilizzo degli ammortizzatori sociali».

«Alla nostra controparte – ha spiegato Paone – chiediamo che venga inserita una percentuale massima di somministrazione per ridurre il precariato e dare un futuro ai giovani. Il nostro contratto non rappresenta un semplice aumento di salario, ma l'idea di Paese che noi abbiamo».

«Lo sciopero è andato benissimo, abbiamo svuotato le fabbriche. Le produzioni si sono ovunque fermate e c'è stata una grande partecipazione allo sciopero. È un segnale che i lavoratori vogliono il contratto. Se non ripartirà la trattativa continueremo con forme di lotta specifiche nei luoghi di lavoro per disarticolare la produzione, con scioperi che costano poco ai lavoratori, ma creano un danno altissimo alle imprese» – ha affermato il segretario generale della Fiom torinese, Edi Lazzi.

«Gli industriali riflettano – ha detto – e aprano la trattativa. Il contratto dei metalmeccanici è stato sempre firmato, non vogliamo creare un precedente negativo nella nostra storia. I dati sui salari dicono che in Italia dal '91 a oggi sono cresciuti dell'1%, mentre l'incremento medio dei Paesi Ocse è del 32%».

«Non ci fermeremo di fronte all'irresponsabilità degli imprenditori. Stiamo chiedendo di riaprire il Tavolo: sono undici mesi che abbiamo presentato la piattaforma. Non ci hanno risposto sulle questioni salariali e su quelle normative» – ha affermato il segretario generale della Fim Cisl, Ferdinando Uliano, partecipando alla manifestazione dei metalmeccanici a Torino per chiedere il nuovo contratto, organizzata nell’ambito dello sciopero generale di otto ore indetto a livello nazionale.

«È inaccettabile – ha ribadito Uliano – che il fronte imprenditoriale si comporti così nei confronti dei lavoratori che già soffrono la crisi nei vari settori a partire da quello dell'auto. Per noi diventa importante rispondere con un atto di responsabilità come il contratto nazionale, che è uno strumento di coesione e serve a dare risposte precise e forti rispetto ai salari che vengono tagliati dall'inflazione. È fondamentale che il Paese risponda in modo forte e chiaro a questo atteggiamento di una classe dirigente che si vanta di essere innovativa e poi taglia i salari».

Alla manifestazione ha partecipato anche l’onorevole Chiara Gribaudo, vicepresidente nazionale del Partito Democratico e presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia: «Sono scesa in piazza anche io a Torino, al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici e dei sindacati per lo sciopero dei metalmeccanici. È vergognoso – ha detto – che il settore non abbia ancora avuto un nuovo contratto nazionale, quando il vecchio è scaduto quasi un anno fa». «Queste persone – ha sottolineato – chiedono diritti che ormai dovrebbero essere alla base di qualsiasi contratto di lavoro: salario, tutele, welfare, sicurezza, riduzione dell'orario. Invece non si vedeva un passo indietro del genere da oltre vent'anni. Nel frattempo, l’Italia è il Paese del G20 con i salari reali più bassi e la povertà, anche tra chi un lavoro ce l'ha, aumenta sempre di più. È solo ridando dignità e qualità al lavoro, abbandonando la propaganda e costruendo nuove frontiere dei diritti, che si cambia la situazione».

Intanto, Stellantis ha annunciato un centinaio di assunzioni all'inizio del mese di aprile nello stabilimento Stellantis di Atessa, in Abruzzo. In dettaglio, si tratta di 114 giovani con una età media di 31 anni, che avevano già operato nello stabilimento con contratto di somministrazione.

I nuovi ingressi in Atessa rientrano in un programma finalizzato al progressivo ricambio generazionale già avviato in Italia da Stellantis nello scorso mese di febbraio, quando è stata annunciata a Torino l'assunzione di 117 giovani ingegneri da dedicare ai progetti strategici sul fronte della digitalizzazione, dell'intelligenza artificiale e dell'elettrico.

Le assunzioni costituiscono parte delle attività propedeutiche alla realizzazione del Piano per l'Italia presentato lo scorso 17 dicembre al Mimit, che dovrebbe porre il nostro Paese al centro delle strategie di Stellantis, attraverso l'aumento dei modelli in produzione, elettrici e ibridi, e la complessiva salvaguardia dei livelli occupazionali, in linea con gli investimenti produttivi, avviando altresì processi di inserimento, aggiornamento e riqualificazione delle persone del Gruppo, anche mediante processi volontari di accompagnamento alla pensione per i dipendenti con maggior anzianità aziendale condivisi con le organizzazioni sindacali.

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