In prossimità di San Martino (11 novembre), data in cui si chiude di rito la campagna agraria, si è svolta l’altro ieri, martedì 5 novembre, la consueta conferenza stampa di presentazione dei dati dell'Annata Agraria 2024, a Torino, nella sede di Confagricoltura Piemonte, alla presenza dei vertici confederali sia regionali che nazionali (il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia, il direttore Lella Bassignana e il vicepresidente di Confagricoltura nazionale Luca Brondelli di Brondello).
Durante l'incontro sono stati analizzati i principali comparti produttivi dell’agricoltura piemontese, partendo dalla considerazione che il cambiamento climatico e l’insorgenza di nuove fitopatie e zoonosi sono una realtà con la quale occorre sempre più fare i conti.
Analizzata anche la situazione in Provincia di Asti
«Purtroppo la produttività di alcune colture è stata condizionata non solo dalle piogge e dall'eccessiva umidità di questa annata, ma soprattutto dalla siccità degli anni 2022 e 2023. Oltre alla riduzione in termini quantitativi, anche dal punto di vista qualitativo si riscontrano parecchie imperfezioni dovute all’insorgenza di malattie causate da insetti patogeni e di funghi, come ad esempio la cimice asiatica e il mal dello stacco sul nocciolo», afferma il responsabile tecnico della Confagricoltura di Asti Enrico Masenga.
«Confagricoltura chiede a gran voce l'intervento delle istituzioni – concludono Baldi e Baravalle, a corredo dei dati di superficie astigiani - affinché vengano riconosciuti maggiori indennizzi alle aziende in seguito alle avversità atmosferiche di questi ultimi anni e vengano attuate politiche di sostentamento finalizzate maggiormente alla tutela del settore primario e nella salvaguardia dei territori».