Vacanze di scrittura per Gian Maria Aliberti Gerbotto

Il protagonista del thriller, figura di spicco del cuneese, resta ancora avvolto nel mistero

04/09/2024
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Gian Maria Aliberti Gerbotto con Aldo Mola
Resta rigorosamente segreto il nome di chi sarà il protagonista dell’ultimo romanzo giallo di Gian Maria Aliberti Gerbotto. Una cosa è certa, a giudicare dai nomi istituzionali che sono già trapelati, dei vari personaggi che firmeranno le Prefazioni del libro, si tratterà di un personaggio molto in vista del territorio. Il Corriere della Sera ha scritto che si tratterebbe di un importante libero professionista cuneese. 
In passato il cinquantaduenne giornalista e ora docente saluzzese ci aveva stupito riuscendo a coinvolgere nelle sue farse romanzesche personaggi del calibro di un Vescovo, quello di Saluzzo, Monsignor Bodo, nonché l’allora Presidente della provincia e sindaco di Cuneo Federico Borgna, il banchiere Beppe Ghisolfi, il vignettista Danilo Paparelli... 
La nuova fatica letteraria del Cavalier Aliberti di Casteldelfino si aprirà con alcune prestigiose testimonianze tra cui spiccano quella del presidente della provincia Luca Robaldo e la sindaca di Cuneo, Patrizia Manassero. L’ultimo suo romanzo «L’enigma del palazzo” vantava la prefazione del professor e storico Aldo Alessandro Mola (nella foto).
A loro si aggiungerà un famosissimo dottore che abbiamo imparato a conoscere durante la pandemia di Covid, quando era assiduo protagonista del piccolo schermo. 
Il romanzo partirà proprio da quel triste periodo di emergenza nazionale per poi svilupparsi lungo una trama molto diversa dai libri cui Aliberti ci aveva abituato.
Il giornalista, oggi docente in alcune scuole superiori cuneesi, ha approfittato delle vacanze scolastiche estive per ultimare il “difficile” romanzo che dovrà andare in stampa già a fine anno, come è sempre stato per la decina dei suoi precedenti libri. Ma il misterioso protagonista della trama del giallo non sarà l’unico personaggio reale a comparire ed essere coinvolto nel suo nuovo libro. Come ci ha abituato in tutti i suoi romanzi, continua la carrellata di personaggi della Granda che l’autore si è divertito a disseminare anche lungo questa storia, coinvolgendoli nella trama, tutti citati con i loro veri nomi e ruoli sociali nella vita reale. 
Molti sono i volti noti e meno noti di Saluzzo e Cuneo, alcuni dei luoghi in cui si svolgono le scene.
Oltre a questa caratteristica “glocal” c’è un filo conduttore, una cifra “gialla” che contraddistingue la sua narrazione?
Sì, il maresciallo Siviero, che conduce tutte le indagini nei miei romanzi. Il personaggio prende nome e ispirazione da colui che mi ha comandato quando da giovane mi arruolai volontario nell’Arma dei Carabinieri e che è divenuto poi uno dei miei più cari amici finché purtroppo qualche anno fa è improvvisamente mancato per un ictus. La sua famiglia mi è molto grata per questa scelta perché dice che così mantengo in vita il ricordo di loro figlio. Io so bene che anche a lui avrebbe fatto molto piacere.
Lei oggi insegna. Con un passato di giornalista, anche televisivo. Come convivono queste sue anime e come vive l’insegnamento e la relazione con i giovani?
Nella mia vita professionale tutto è venuto un po’ per caso. Prima il giornalismo che mi ha portato a scrivere per i più importanti settimanali nazionali, tra cui dieci anni a Vanity Fair... e poi la tv, tre anni a Rai 1 come “inviato” del Festival di Sanremo e molto molto altro, trascinato dal buon Marzullo. Anche l’insegnamento è venuto da sé. Avevo già fatto il docente insegnando come professore a contratto, giornalismo per tre anni accademici all’Università e quando anni fa, stufo di essere sempre in viaggio, mi sono trasferito per amore a vivere a Cuneo, questo precedente mi è servito per trovare un comodo lavoro sul posto; insegnante nelle scuole superiori della zona. Il mio rapporto con gli studenti è fantastico... hanno l’età di mia figlia e dei suoi amichetti che normalmente mi scorrazzano in casa, quindi dico sempre che più che studenti, ho duecento “compagni di classe”. Peccato che questa mia apertura non piaccia ad alcuni miei colleghi più vetusti e bigotti. Ma l’importante per me sono solo loro: gli studenti! 
Una curiosità legata al suo personaggio. È diventato Cavaliere della Repubblica cosa ricorda e di quel momento e perché è stato insignito?
Molti anni fa spedii ingenuamente uno dei mie primi libri, pubblicati da Mondadori, che da giovane giornalista in erba scrissi con l’unico obiettivo di raccogliere soldi per Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro-Istituto di Candiolo, di cui sono da sempre uno dei delegati locali. Una sorta di spaccato sarcastico sul mondo dei vip che frequentavo dovendo intervistarli per i maggiori settimanali nazionali per cui lavoravo all’epoca. 
Ricordo benissimo l’attimo in cui lessi il telegramma con cui l’allora Presidente Napolitano, piacevolmente colpito dalla mia beneficenza, mi preannunciava la mia nomina perché fu una delle poche volte che non piansi per un lutto o per una delle tante mie tragedie sentimental-amorose, bensì di gioia. Prima di allora mi era successo solo al momento della nascita di mia figlia Thea. Ultimamente Mattarella mi ha elevato al grado Ufficiale al merito, e un uccellino mi ha anticipato che molto presto passerò a Commendatore... Mi sa che piangerò di nuovo! 
Che hummus è per lei il territorio piemontese?
Sono campanilista e nella vita questa mio vizio l’ho pagato caro. Per non dovermi trasferire a Milano o Roma, ho rinunciato a mirabolanti carriere in Rai, Sky Tg24, o mille giornali patinati di grande prestigio. 
Dove e quando presenterà il suo prossimo libro?
Come sempre, uscirà sotto Natale e farò solo due presentazioni; una al circolo L’Caprissi di Cuneo, che già frequentava mio nonno, e l’altra all’Interno 2 di Saluzzo. Sarà edito come sempre dalla cuneese Tipolito Europa del Signor Botto che mi accolse tanti anni fa quando dopo aver litigato con la grandissima e famosissima casa editrice nazionale che mi commissionò il primo romanzo, non me lo pubblicò perché trovavano poco affascinante e soprattutto commerciale l’ambientazione del giallo nel cuneese. 
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AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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