La distillazione straordinaria può essere utile, ma serve un Piano di rilancio del vino piemontese

Si stima, infatti, che a fine maggio oltre 190.000 ettolitri di vino a Denominazione di Origine risultino ancora invenduti e non contrattualizzati

20/06/2025
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“Considerato il complicato momento vissuto dal settore e la vendemmia ormai distante neppure un paio di mesi, è doveroso un confronto per analizzare le giacenze e programmare gli interventi futuri. La distillazione straordinaria può essere uno degli interventi di più semplice e immediata applicazione, ma è una misura emergenziale che deve poter essere applicata a tutti i vini a D.O. e con valori che vengano incontro alle possibili esigenze dei viticoltori di Langa e Roero. Va considerata, inoltre, come un tassello di un Piano di rilancio del comparto che deve essere più ampio e programmato tutti insieme per valutare, anche in considerazione del calo generalizzato dei consumi di vino, eventuali diminuzioni di rese per vini in sofferenza e una maggior spinta all’export attraverso la semplificazione di misure come l’OCM, che sovente sono poco flessibili e quindi non appetibili per le aziende”. Con queste parole Gian Luca Demaria, presidente della Sezione Vini Rossi di Confagricoltura Cuneo e presidente della sezione Vitivinicola di Confagricoltura Piemonte commenta la lettera sottoscritta da Confagricoltura Piemonte e dai principali Consorzi di Tutela dei vini regionali e indirizzata al presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e per conoscenza al ministro Francesco Lollobrigida, in cui vengono richieste misure urgenti per fronteggiare una situazione definita “tra le più delicate degli ultimi anni”.

Si stima, infatti, che a fine maggio oltre 190.000 ettolitri di vino a Denominazione di Origine risultino ancora invenduti e non contrattualizzati. A farne le spese sono soprattutto i vini a base Barbera, Dolcetto, Moscato e Cortese, che rappresentano colonne portanti della produzione piemontese. Tra questi, i più colpiti sono proprio i vini a base Moscato (circa 100.000 ettolitri) e Barbera, Dolcetto e Cortese (altri 50.000 ettolitri).

Il crollo degli scambi, sia in volume che in valore, è paragonabile alle gravi crisi del 2008 e del 2020, rispettivamente segnate dalla crisi finanziaria globale e dall’emergenza Covid. A ciò si aggiunge una produzione 2024 superiore alla media, il calo dei consumi sia a livello nazionale che internazionale, eventi climatici anomali e l’incertezza legata all’introduzione di dazi statunitensi sul vino europeo. Per far fronte a questa situazione, i Consorzi propongono una misura straordinaria: la distillazione di crisi per i vini a Denominazione di Origine, così da alleggerire le giacenze e stabilizzare il mercato.

“Le ragioni del calo dei consumi inoltre sono molteplici – spiega Demaria -. Su tutte le tante campagne sui presunti danni causati dall’alcool (non sempre propriamente corrette) e le mutate abitudini, specie dei giovani; serve quindi un grande lavoro congiunto per valorizzare la cultura del vino, in sinergia con i ristoratori del territorio”. In vista della riunione delle sezioni Vitivinicole provinciali, Confagricoltura Cuneo in queste settimane sta incontrando le proprie cantine associate per un confronto nel merito delle criticità e per valutare nuovi possibili interventi. “Serve una risposta immediata e concreta – conclude Demaria – per evitare che una crisi congiunturale si trasformi in una vera e propria crisi strutturale del settore”.

 

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AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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