Autostrada A6: fronte politico unito contro i pedaggi

Fratelli d’Italia Mondovì ha chiesto un odg per la riduzione dei pagamenti in compensazione ai disagi

Roberto Formento 22/01/2025
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Il PD ligure ha scoperchiato il vaso di Pandora, le altre forze politiche e territoriali si sono accodate, ed ora è guerra aperta contro i pedaggi autostradali sulla A6 Torino-Savona. 
La situazione la conoscono tutti, quantomeno gli abituali frequentatori del tronco autostradale: da Mondovì a Savona e viceversa, un cantiere unico; si viaggia ad una corsia sola, percorsi tortuosi, chicane, ed anche asfalti in condizioni non ottimali. Insomma, proprio la situazione opposta alla definizione di “autostrada”, sia per il linguaggio corrente che per iL Codice della strada.
Se in Liguria le prese di posizione riguardano non solo il tronco della A6 ma in pratica tutta la rete autostradale, in provincia l’attenzione è catalizzata in particolare sul tratto da Mondovì al capoluogo provinciale ligure (e viceversa). Sulla A6 un cantiere è aperto tra Millesimo e Altare, dal km 97+115 al km 99+700. Sono in corso interventi sui viadotti San Bernardo e Colla, con restringimento della carreggiata e chiusura delle corsie di emergenza e marcia che dovrebbero concludersi il 30 giugno 2025. Sempre con termine al 30 giungo, e sempre tra Millesimo e Altare, dal km 101+020 al km 102+730, lavori in corso sui viadotti Strette I e Strette II . Si lavora anche tra Millesimo e Altare, dal km 103+750 al km 105+900, interventi sul viadotto Bormida di Pallare sud e tra Altare e Millesimo, dal km 109+650 al km 107+500 con lavori sul viadotto Bormida di Mallare nord che comportano la chiusura delle corsie di emergenza e marcia. Lavori a raffica anche sulla A10 e sulla A12. Il primo segnale di insofferenza, come dicevamo, è arrivato a fine 2024 da parte del Partito democratico ligure, con il consigliere regionale Roberto Arboscello che ha presentato un ordine del giorno chiedendo tra le altre cose “l’eliminazione del pedaggio sulla A6 Torino Savona”. “Quel tratto autostradale non può essere considerato tale – aveva dichiarato Arboscello -. Da troppo tempo è interessato da lavori di manutenzione straordinaria che costringono automobilisti e mezzi pesanti a ricorrere alla mobilità ordinaria o a percorrere chilometri e chilometri con continui cambi di carreggiata, a tratti a doppio senso, con il pericolo che ne consegue. Siamo consapevoli e condividiamo la necessità di effettuare questi lavori di manutenzione, perché la sicurezza è prioritaria, ma è inaccettabile e ingiustificato far pagare il pedaggio su quella che ad oggi non è un autostrada e ha dei tempi di percorrenza superiori alla viabilità ordinaria”. All’ordine del giorno si è aggiunto un emendamento di Lilli Lauro di Fratelli d’Italia che ha inglobato tutti i tratti autostradali interessati dai lavori in Liguria: il documento è così stato approvato all’unanimità dal Consiglio regionale ligure, nei giorni scorsi.
Come dicevamo, sul nostro territorio l’iniziativa dei “vicini di casa” non è passata inosservata, e ha dato anzi un impulso quantomeno per trattare a livello politico un argomento incancrenito da tempo. Fratelli d’Italia ha promosso la presentazione di ordini del giorno in Regione in Provincia per richiedere la sospensione temporanea dei pedaggi sul tratto dell’A6 interessato dai lavori di manutenzione. “La decisione vuole essere un forte segnale dato da Fratelli d’Italia che si vuole fare interprete delle istanze di cittadini e imprese danneggiati da questi ritardi”, ha evidenziato il  presidente provinciale William Casoni. Anche il Patto Civico si è mosso in tal senso, proponendo un ordine del giorno in Consiglio provinciale, parlando di disagi che «hanno negative conseguenze per molteplici settori dell’economia della Granda, oltreché per i tanti pendolari e viaggiatori che ogni giorno vi transitano. Pur riconoscendo l’importanza e l’assoluta necessità di mantenere in sicurezza tale tratto di autostrada, occorre evidenziare che tale situazione genera ormai da un tempo considerevole enormi disagi alla circolazione, che rendono estremamente gravosa la percorrenza di tale arteria autostradale, derivandone il riversarsi del traffico (leggero e pesante) sulle alternative strade statali e provinciali”.
E ovviamente non s’è fatta attendere la replica (politica) del PD che ha puntato il dito su FDI e Patto civico: “Toni enfatici, ponendosi come paladini dei cittadini e delle imprese danneggiate da cantieri interminabili, ma dimenticano di dirci una cosa fondamentale: sono proprio loro a governare la Provincia, la Regione e il Paese. 
 Anche a Mondovì Fratelli d’Italia, con il sostegno delle altre forze consigliari di Centro-destra (Ideali in Comune e Lega), ha presentato il suo ordine del giorno per  “ridurre l’impatto dei disservizi ed eventualmente i costi dei pedaggi sull’autostrada A6”. Primo firmatario il capogruppo di Fratelli d’Italia Rocco Pulitanò: “Seppure gli enti locali non abbiano competenza diretta sulla rete autostradale – dice Pulitanò -, occorre fare sentire la nostra voce come rappresentanti del territorio e dei cittadini. A nostro avviso, vista la situazione critica che si verifica spesso in termini di traffico, sarebbe importante che il concessionario proponesse una riduzione dei pedaggi in compensazione ai disagi, ai ritardi e ai disservizi derivanti dai molti cantieri allestiti, soprattutto sulla tratta Mondovì-Savona”. “Fratelli d’Italia – aggiunge Pulitanò – ha intrapreso importanti analoghe iniziative su più livelli: regionale, provinciale, e locale. Con un obiettivo specifico: il territorio intero si allinea in difesa dei cittadini”. Aggiunge Enrico Rosso, capogruppo del Centro-destra: “Attraverso l’ordine del giorno presentato, il Comune di Mondovì, in coordinamento con gli altri enti locali, si propone di attivarsi nei confronti del concessionario della A6 per ridurre l’impatto dei disservizi e il costo dei pedaggi, anche tramite un confronto con i vari Ministeri competenti. Ci è sembrato un atto importante a favore del nostro territorio per una problematica molto sentita”.
Era ora, insomma, che il territorio si mobilitasse quanto meno per provare a studiare, tutti assieme, soluzioni sostenibili ad un problema evidente.
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AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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