Varallo: presentato un nuovo libro dedicato agli alpini

L'opera racconta le storie dei camaschesi di guerra, di prigionia e di pace

03/10/2024
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Sabato 28 settembre, in Biblioteca è stato presentato il nuovo libro scritto da Annita Guglielmina Squaratti: “…e le stellette che noi portiamo…”. Storie camaschesi di guerra, di prigionia e di pace: racchiude le vicende dei camaschesi che prestarono il servizio militare, a partire dall’epoca risorgimentale, mentre nella seconda parte c’è la storia del Gruppo Alpini di Camasco, che nel 2023 ha festeggiato il settantacinquesimo anno di fondazione. Fiorenzo Costa, il Capogruppo da ben quarantasei anni, ha portato il saluto iniziale, seguito dal Sindaco di Varallo, Pietro Bondetti, e
dall’Assessore alla Cultura dell’Unione dei Comuni Montani della Valsesia, Attilio Ferla.
La sala conferenze era gremita di camaschesi, molti di loro avevano fornito ad Annita Guglielmina fotografie, manoscritti, cartoline dal fronte, o semplicemente avevano contribuito raccontando vicende familiari. L’autrice
indossava il costume di Camasco, quasi a sottolineare l’appartenenza alla Comunità. Italo, il padre dell’Autrice, che fu tra i soci fondatori del Gruppo Alpini, tornò dalla guerra solo nel 1947: “Quei reduci erano scomodi per tutti”, commenta Annita, ricordando come il padre le avesse chiesto di scrivere le “vitacce” che lui aveva vissuto e precisando che: “Il diario storico della Divisione Garibaldi in Jugoslavia si trova a Ginevra, negli archivi di Casa Savoia, cui non è concesso accedere”.
Scrivendo il libro è stata anche riesaminata, murata nel vecchio municipio, ex Casa Terrini, la prima lapide ai Caduti della Prima Guerra Mondiale che reca la scritta 1915 – 1919, che non è un errore, ma riporta anche i nomi di due caduti camaschesi morti nel 1919, a causa delle ferite di guerra.
Nella presentazione sono state evidenziate le figure dei parroci più importanti: Don Carlo Mazzone a Don Carlo Boietti, che salvò il paese dalla rappresaglia nazifascista. Il Venerdì Santo del 1944 un gruppo di camaschesi fu messo al muro per essere fucilato: solo l’intervento del parroco impedì la strage. Quell’episodio è rimasto impresso in Mario Vanzetti, che allora era un bambino di tre anni, ed era presente in sala, mentre Maria Mercede Ratti ha ricordato un tenente medico tedesco che le medicò una ferita alla testa dicendole: “Anch’io in Germania ho una bambina come te: chissà se la rivedrò?”. In quei terribili anni la vita era legata a un caso, o a un pacco che giungeva, o non giungeva, nei lager tedeschi: Evardo Prini, deportato civile in un campo di concentramento, morì di difterite, mentre l'alpino Carlo Soldo
morì di stenti nel Lazarettlager di Fullen (Germania). Uno dei martiri del Ponte della Pietà di Quarona, Aldo Bordiga, era di origine camaschese.
Oggi Camasco, che fino al 1929 fu Comune, si è riappropriato per intero della propria storia: dopo “Pascular, buscar, stramar” pubblicato nel 2019 e andato presto esaurito, quest’anno Annita Guglielmina, nel IV centenario della festa
della Madonna del Carmine, ha pubblicato a proprie spese: “El neust Camas…ancheuj”, distribuito come omaggio alla Comunità, destinando le eventuali offerte al restauro del manto della statua della Madonna. Il nuovo testo completa la storia del paese raccontando i fatti avvenuti dal 1929 a oggi, dando particolare rilievo allo sviluppo turistico, legato alla nascita dei primi campi da sci negli anni Trenta. Sulle piste del Tapone moltissimi valsesiani, tra i quali anche il Sindaco Pietro Bondetti, impararono a sciare.
Questo nuovo testo è nato da un desiderio espresso dal compianto Pietro Cozzi, storico villeggiante a Camasco, attivissimo socio della Pro Loco e promotore di innumerevoli iniziative, tra le quali il restauro del campanile, scomparso tragicamente con la moglie a settembre 2023 a causa di un terribile incidente stradale.

In conclusione Aristide Torri, Presidente del Consiglio di Biblioteca, ha ricordato che Tanzio da Varallo, nel 1631, dipinse un San Rocco, commissionato dai Camaschesi come ex voto per essere scampati alla peste. L’originale nel 1952 fu depositato presso la Pinacoteca di Varallo, dove fu restaurato e oggi è visibile nella sala dedicata al grande pittore di
origine alagnese. I volumi scritti da Annita Guglielmina Squaratti sono disponibili in Biblioteca: “...e le stellette che noi portiamo...” può essere richiesto al Gruppo Alpini di Camasco, o alla Libreria Centro Libri Punto d’Incontro.

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