Teatro e fumetto animato, a Sori arriva "L'Oreste. Quando i morti uccidono i vivi"

Una Graphic Novel Theater proposta da Teatro Pubblico Ligure, di Sergio Maifredi, grazie alla collaborazione del drammaturgo Niccolini e l'illustratore Bruno

01/02/2025
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Teatro e fumetto animato. "L’Oreste. Quando i morti uccidono i vivi” inaugura un genere nuovo, il Graphic Novel Theater, grazie alla collaborazione tra il drammaturgo contemporaneo Francesco Niccolini e l’illustratore Andrea Bruno. Lo spettacolo non a caso ha debuttato a Lucca Comics & Games, il più importante festival italiano sul fumetto e l’animazione, e giovedì 6 febbraio 2025, alle ore 21, va in scena al Teatro Comunale di Sori (Genova). Prosegue così la Stagione Soriteatro 24/25, ideata e diretta da Sergio Maifredi, prodotta da Teatro Pubblico Ligure con il sostegno del Comune di Sori, con il contributo al Teatro Pubblico Ligure di Ministero della Cultura e Regione Liguria, la collaborazione di Pro Loco Sori. A interpretare l’Oreste è Claudio Casadio, che per questa interpretazione ha vinto il Premio Franco Enriquez 2023 - Città di Sirolo XIX edizione, nella categoria Teatro Classico e Contemporaneo, sezione Migliore Attore. Regia di Giuseppe Marini. Scenografie e animazioni Imaginarium Creative Studium. Musiche originali Paolo Coletta. Coproduzione Società per Attori e Accademia Perduta/Romagna Teatri. I biglietti per lo spettacolo (20 euro intero, 17 euro ridotto e 10 euro studenti sotto i 26 anni) sono disponibili sempre online www.mailticket.it, presso Pro Loco Sori (0185 700681) negli orari di apertura e in teatro un’ora prima degli spettacoli. L'Oreste è internato nel manicomio dell'Osservanza a Imola. È stato abbandonato quando era bambino, e da un orfanotrofio a un riformatorio, da un lavoretto a un oltraggio a un pubblico ufficiale, è finito lì dentro perché, semplicemente, in Italia, un tempo andava così. Dopo trent'anni non è ancora uscito: si è specializzato a trovarsi sempre nel posto sbagliato nel momento peggiore. Non ha avuto fortuna l'Oreste, e nel suo passato ci sono avvenimenti terribili che ha rimosso ma dai quali non riesce a liberarsi: la morte della sorella preferita, la partenza del padre per la guerra, il suo ritorno dalla campagna di Russia tre anni dopo la fine di tutto e poi la sua nuova partenza, di nuovo per la Russia, per una fantastica carriera come cosmonauta, e - come se tutto questo non bastasse - la morte violenta della madre, una madre che lo ha rifiutato quando era ancora ragazzino con i primi problemi psichici. Eppure, l'Oreste è sempre allegro, canta, disegna, non dorme mai, scrive alla sua fidanzata (che ha conosciuto a un "festival per matti" nel manicomio di Maggiano a Lucca), parla sempre. Parla con i dottori, con gli infermieri, con la sorella che di tanto in tanto viene a trovarlo, ma soprattutto parla con l'Ermes, il suo compagno di stanza, uno schizofrenico convinto di essere un ufficiale aeronautico di un esercito straniero tenuto prigioniero in Italia. Peccato che l'Ermes non esista. “L'Oreste” è una riflessione sull'abbandono e sull'amore negato. Su come la vita spesso non faccia sconti e sia impietosa. E su come, a volte, sia più difficile andare da Imola a Lucca che da Imola sulla Luna. Uno spettacolo originalissimo, di struggente poesia e forza, in cui fluiscono momenti drammatici e altri teneramente comici. Con un’animazione grafica di straordinaria potenza, visiva e drammaturgica, Claudio Casadio dà vita e voce a un personaggio indimenticabile, affrontando con grande sensibilità attoriale il tema importante e delicato della malattia mentale. "A prima vista - spiega l’autore Francesco Niccolini - l'Oreste può sembrare un monologo, dato che in scena c'è un solo attore in carne e ossa. Ma quel che attende lo spettatore è ben altro: grazie alla mano di Andrea Bruno, uno dei migliori illustratori italiani, e alla collaborazione con il Festival Lucca Comics, lo spettacolo funziona con l'interazione continua tra teatro e fumetto animato: l'Oreste riceve costantemente visita dai suoi fantasmi, dalle visioni dei mondi disperati che coltiva dentro di sé, oltre che da medici e infermieri. I sogni dell'Oreste, i suoi incubi, i suoi desideri e gli errori di una vita tutta sbagliata trasformano la scenografia e il teatro drammatico classico in un caleidoscopio di presenze che solo le tecniche del "Graphic Novel Theater" rendono realizzabile: un impossibile viaggio tra Imola e la Luna attraverso la tenerezza disperata di un uomo abbandonato da bambino e che non si è più ritrovato».

Direttore: DIEGO RUBERO
AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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