Quella Fossano che non c’è più

Presentazione del libro “Storie” di Pierluigi Mina, illustrato dal pittore fossanese Piero Roccia

Luciano Casasole 30/09/2025
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Il tavolo dei relatori
Affluenza di pubblico superiore ad ogni aspettativa alla presentazione del libro “Storie” di Pierluigi Mina, illustrato dal pittore fossanese Piero Roccia, tenutasi nella ex chiesa di S. Giovanni, nel cuore del Borgo Vecchio tra le cui vie entrambi hanno trascorso l’infanzia. Il motivo del pubblico così numeroso è probabilmente dovuto all’empatia nei confronti di un medico ultranovantenne che ha lasciato in molti suoi pazienti un segno indelebile. Tra questi un novantacinquenne in ottima salute, non interessato alla letteratura, il quale mi ha confidato di essere venuto per incontrare e stringere la mano al dottore che, molti anni fa, con un intervento d’urgenza gli salvò la vita. Profondi e chiari i commenti al libro della scrittrice Elena Forni e del filosofo Emanuele Costamagna; un pochino più specialistico il critico Carlo Morra che ha commentato il percorso artistico di Piero Roccia, precedentemente illustrato da un videodocumentario che ha riscosso l’apprezzamento generale. Coinvolgenti, come sempre, le letture di Pierluigi Mina, il quale in uno dei racconti confida che dopo la maturità, di fronte alla scelta per la vita, mise da parte la sua grande passione per il teatro e scelse di fare il medico a Fossano, senza ovviamente citare le possibilità concrete di carriera universitaria che lo avrebbero portato lontano, sulle quali fece prevalere il suo l’amore per Fossano. Disinvolto, essenziale e molto discreto il coordinatore Walter Lamberti. Oltre che dalle letture di Pier Luigi Mina, l’incontro è stato scandito da alcuni brani musicali cantati dalla bravissima Pieranna Mana, nata e sempre vissuta nel cuore più antico del Borgo Vecchio. Ben lungi dal volermi cimentare nella critica letteraria, mi limito ad esprimere apprezzamento per la copertina, esempio riuscitissimo di immagine che rispecchia il contenuto, che rappresenta l’edificio del peso pubblico di Borgo Sant’Antonio che, come la Torre di Chicco, il parco di Palazzo Burgos e molto altro ancora, ricorda una Fossano che non esiste più come non esistono più molti aspetti e valori della società descritta nel libro. Per fare un esempio. non esistono più lo spirito di coesione e la fantasia dei ragazzini della Parrocchia del Salice degli anni quaranta e cinquanta, talmente ben descritti da Pier Luigi Mina che pare di vederli: dotati solo di due palloni, uno rigido e privo di rimbalzi per le partite di tutti i giorni e l’altro, che rimbalzava bene, custodito personalmente dal parroco don Berardo, che lo teneva in serbo per le occasioni importanti. Oggi la fantasia e la creatività di quei ragazzini, che delimitavano le porte con due maglie, definivano mentalmente i limiti del campo e scoprivano giorno dopo giorno da soli le strategie di gioco, sono state cancellate dal campo professionale in erba sintetica del costo di centinaia di migliaia di euro, dai percorsi pedonali di servizio completamente pavimentati per evitare contaminazioni da fango, dagli allenatori, dall’arrivo al campo sull’auto auto dei genitori e tanto altro ancora, con la differenza che dal gruppo di ragazzini che in tempo di guerra giocavano per il piacere di giocare insieme e sognavano sapendo di sognare, emerse il fuoriclasse Angelo Pochissimo, presto finito in serie A e purtroppo deceduto in seguito ad una ferita degenerata procuratasi proprio sul campo da gioco. Tutto questo è stato distrutto e i ragazzini di oggi vengono trasformati in caricature dei giocatori di fama, non scoprono e non costruiscono più nulla da soli perché i trainer suggeriscono loro ogni movimento uccidendo la creatività e la progettualità, valori che caratterizzavano la crescita dei figli della società povera di un tempo. Altro spunto di riflessione, toccato dalla scrittrice Elena Forni durante il commento ad una lettura, è la scomparsa della figura del medico di famiglia, il medico curante che in casi estremi veniva chiamato anche di notte, e la sua sostituzione con la Guardia Medica, che, nel caso del parroco di S. Antonio Baligio protagonista di una storia di Pier Luigi Mina, invece che con un tentativo estremo e fortunatamente riuscito a base di un mix di farmaci somministrato in piena notte dal medico,  al giorno d’oggi si sarebbe probabilmente concluso con un invio in ambulanza all’ospedale di riferimento e la perdita forse irrimediabile di tempo prezioso. Concludendo, come l’immagine di copertina si presta ad una riflessione su un insieme di distruzioni fisiche avvenute in città, «Storie» di Pier Luigi Mina, versione integrata di un libro precedente, può prestarsi ad una riflessione sui valori che, giorno dopo giorno, senza che quasi ce ne siamo accorti, sia Fossano che l’intera società hanno smantellato e, almeno in parte, andrebbero recuperati.
 
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AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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