«Indecente morire sul lavoro»

Lucia Musti, procuratrice generale del Piemonte e della Valle d'Aosta, è intervenuta alla commemorazione del diciassettesimo anniversario della tragedia alle Acciaierie, organizzata nell’ambito delle Settimane della Sicurezza promosse dall’associazione S

Loredana Polito 07/12/2024
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Torino si stringe ai familiari dei sette operai morti nel rogo delle Acciaierie ThyssenKrupp del 6 dicembre 2007 in corso Regina Margherita 400.

Alla commemorazione, organizzata nell’ambito delle Settimane della Sicurezza promosse dall’associazione Sicurezza e Lavoro, sono intervenute numerose autorità, tra le quali la sottosegretaria alla Presidenza della Regione Piemonte Claudia Porchietto, le consigliere regionali Nadia Conticelli e Gianna Pentenero, l’assessora ai Servizi cimiteriali della Città di Torino Chiara Foglietta, il consigliere del Comune di Torino Simone Tosto, il sindaco di Mappano e quello di San Raffaele Cimena, il viceprefetto di Torino, rappresentanti di sindacati e associazioni, cittadine e cittadini.

Commossi i parenti e gli amici dei sette operai. Rosina Platì, mamma di Giuseppe Demasi, uno dei giovani operai morti nel rogo, a 17 anni dalla tragedia non sa «se è più il dolore o la rabbia».

«Siamo ancora pieni di rabbia e dolore, perché i nostri cari ci mancano immensamente – ha ribadito Laura Rodinò, sorella di Rosario, una delle sette vittime – e i maledetti assassini sono liberi. Sono morti perché facevano non il loro lavoro, ma quello di Vigili del fuoco. Lo Stato ci ha abbandonato, ma gli chiedo di adoperarsi, perché vogliamo giustizia. Aiutateci perché non ne possiamo più e vediamo altri morti sul lavoro, e chi toglie la vita deve andare in galera e le leggi devono essere rispettate».

Per l’assessora del Comune di Torino Chiara Foglietta «la ferita della ThyssenKrupp è ancora aperta e la strada da fare per invertire la rotta delle morti sul lavoro è ancora lunga, troppo lunga. «Il lavoro – ha affermato – ha perso la sua dignità, alla ricerca di un benessere che non c'è più».

Alla cerimonia ha preso la parola anche Lucia Musti, procuratrice generale del Piemonte e della Valle d'Aosta, insediatasi il 13 settembre 2024.

«Sono qui per condividere il dolore» – ha esordito. «Fondamentale – ha dichiarato – è la prevenzione, l'accesso ai luoghi di lavoro per far sentire il 'fiato sul collo' dello Stato. È indecente che la gente non torni a casa dopo il lavoro».

Ha poi rassicurato i parenti delle vittime sul versante della giustizia, spiegando che le pene in Germania sono in esecuzione nei confronti dei due manager tedeschi Harald Espenhahn e Gerald Priegnitz, condannati in Italia per la strage ThyssenKrupp.

«A diciassette anni dal terribile rogo del 6 dicembre 2007 che uccise sette operai alle Acciaierie ThyssenKrupp di Torino – dichiara Massimiliano Quirico, direttore di Sicurezza e Lavoro – la memoria collettiva di una delle più drammatiche tragedie sul lavoro italiane sta sbiadendo e le giovani generazioni che incontriamo nei nostri incontri del progetto 'A scuola di sicurezza', anche a Torino, praticamente non sanno di cosa si tratti».

«Purtroppo però – continua Quirico – nei luoghi di lavoro si continua a morire, a infortunarsi e ad ammalarsi, proprio perché la cultura della sicurezza fatica ad affermarsi in Italia, ci si dimentica delle vittime e del dolore, inestinguibile, delle loro famiglie e le pene per chi viola la normativa sulla sicurezza sul lavoro, quando si celebrano i processi e quando non cala la scure della prescrizione, non sempre vengono eseguite tempestivamente e interamente, come dimostra il caso giudiziario della ThyssenKrupp».

«Con le Settimane della Sicurezza e con la nostra attività quotidiana - conclude il direttore di Sicurezza e Lavoro - ci impegniamo per fare memoria, ma soprattutto per costruire una cultura della salute e sicurezza sul lavoro condivisa, concreta e partecipata: soltanto unendo tutte le forze e i soggetti coinvolti possiamo ridare dignità a lavoratrici e lavoratori e rendere l'Italia un Paese più sicuro».

«Sono passati 17 anni dalla strage della ThyssenKrupp in cui persero la vita 7 operai: una ferita ancora aperta per Torino, per il Piemonte, per il Paese. Una ferita che continua ad aprirsi a ogni nuova vittima, a ogni nuova tragedia sui posti di lavoro. Da quel tragico giorno l'Italia si scosse, compresa la politica. Venne scritto un nuovo testo sulla sicurezza (81/2008) molto avanzato, purtroppo però spesso negli anni è rimasto inapplicato o non è stato fatto rispettare a pieno a causa della mancanza di controlli» – dichiara Chiara Gribaudo, presidente della Commissione Parlamentare d'inchiesta sulla sicurezza sul lavoro della Camera dei Deputati.

«Onorare la memoria delle vittime – conclude Chiara Gribaudo – significa lavorare, giornalmente, affinché simili tragedie non accadano mai più. La retorica non salva vite umane, le leggi sì. È il nostro dovere nei confronti del Paese, dei familiari di chi non c'è più, della civiltà ferita da queste stragi, come ha ricordato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella».

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