«Svegliati Piemonte!». È slogan della mobilitazione organizzata a Carmagnola (Torino) da Cgil Piemonte e Cgil Torino, dal titolo ‘Le mafie in Piemonte: dalla conoscenza al contrasto per la libertà nel lavoro’, per contrastare le mafie, denunciando la pervasività e il radicamento delle cosche criminali nel territorio, che non si differenzia da altre regioni del sud.
«Dobbiamo cambiare la situazione. Ciò che si è affermato in questi anni – ha affermato il leader nazionale della Cgil, Maurizio Landini – è un modello di fare impresa che non solo sfrutta, ma uccide le persone, attraverso i morti sul lavoro che continuano ogni giorno. Un modello che favorisce l'elemento di competizione, giocato sulla riduzione dei diritti, dei salari e sulla possibilità di non avere limiti al profitto. In questo contesto, è chiaro che il livello di corruzione aumenta, anche a causa del sistema legislativo che si è affermato in questi anni».
«Abbiamo bisogno tutti della nostra quota di responsabilità – ha detto don Ciotti – e la responsabilità è la spina dorsale della democrazia di un Paese e della nostra Costituzione che non può restare scritta solo sulla carta: deve essere carne e vita. Il primo testo antimafia è la Costituzione, che deve essere applicata fino in fondo».
Giorgio Airaudo, segretario generale Cgil Piemonte, ha ricordato che «le inchieste della magistratura, e ormai ce n'è una all'anno, parlano di un territorio presidiato dalla 'ndrangheta e in generale dalle mafie. Siamo contenti di essere a Carmagnola ospiti dell’Amministrazione comunale perché pensiamo che bisogna esserci nei territori che fronteggiano la 'ndrangheta e che non bisogna lasciare soli gli amministratori pubblici».
Per Federico Bellono, segretario generale Cgil Torino, «la novità è che ci siamo resi conto che anche il mondo sindacale è permeabile alle infiltrazioni mafiose: c’è bisogno di fare un salto di qualità e assumersi fino in fondo delle responsabilità».
Presenti all’iniziativa anche Antonio Di Franco, segretario generale nazionale Fillea Cgil, e Massimo Cogliandro, segretario generale Fillea Cgil Torino e Piemonte, che hanno donato a don Ciotti una targa con la tessera ad honorem della Fillea.
Come scrive in una nota il sindacato, l’iniziativa di Carmagnola «è solo un punto di partenza: continueremo a dare continuità al lavoro in rete con i corpi intermedi e i soggetti di riferimento regionali e cittadine e cittadini per sensibilizzare lavoratrici e lavoratori sul rischio e sulla prevenzione del fenomeno mafioso».